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Mandamento jonico, il santaluchese Pelle "Gambazza" sollecita interventi

Mandamento jonico, il santaluchese Pelle "Gambazza" sollecita interventi

«Ma io dico di prendercelo […] un lavoretto di urgenza, eh… come quando con questo tempo ha fatto scendere cose, ha distrutto qualcosa, quando che si faccia un muretto, che si faccia qualcosa... quanto che lavorano». È un passaggio di un’intercettazione contenuta nell’indagine della Dda reggina “Mandamento Jonico”. A parlare è Giuseppe Pelle “Gambazza”, che avrebbe spinto alcuni soggetti di Careri ad attivarsi per acquisire dei lavori nel comune locrideo. La conversazione, datata 11 marzo 2010, fu intercettata a casa di Pelle, e secondo gli inquirenti servì a pianificare «un’aggressione agli appalti pubblici presenti e futuri da eseguirsi sul territorio di Careri, e anzi spingendosi persino a stimolarne la statuizione a livello politico-amministrativo locale, per poi acquisirli a tutto vantaggio nella sfera d’influenza della locale di Natile».

Proseguendo nell’analisi della conversazione, emergeva secondo gli investigatori come Pelle proponesse di incontrare tale «Gaetano» per chiedergli di autorizzare spese a carico dell’amministrazione pubblica finalizzate al compimento di lavori, sfruttando l’istituto della “somma urgenza” da motivare con accadimenti legati a eventi alluvionali: «volevo vedere a Gaetano, con tutto questo tempo […] Lui deve dare... con quest’acqua, con questo tempo che ha fatto […] un coso di […] un lavoretto di urgenza». La procedura di “somma urgenza e pronto intervento”, ritengono gli inquirenti: «è unanimemente riconosciuta come strumento critico per la gestione dei fondi pubblici, poiché vi si annidano le maggiori possibilità di corruttela, visto che permette enorme discrezionalità nella scelta delle imprese/persone a cui affidare un appalto per la realizzazione di opere necessarie per la collettività, discrezionalità che può sfociare, in territori ad alta permeabilità mafiosa, come lo sono quelli in esame, in un sistema consociativo con le cosche locali». E questo «senza contare tutti gli altri vantaggi legati a tale istituto, che non richiede requisiti di capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa, versamento di cauzioni o prestazione di garanzie in via anticipata, né tantomeno il soggiacimento a verifiche di cause di esclusione previste dal codice degli appalti, in particolare per le qualità personali degli amministratori e soci delle imprese interessate».

Marvelli scarcerato

Giuseppe Marvelli è tornato in libertà. Lo ha disposto il Tribunale del Riesame di Reggio venerdì sera, in accoglimento della richiesta rappresentata dagli avvocati Roberta Milasi e Antonio Speziale, difensori del 64enne di Careri, indagato nell’ambito dell’operazione “Mandamento Jonico”. Lo scorso 26 luglio Marvelli era stato tratto in arresto con le accuse di illecita concorrenza e turbativa di appalti pubblici, fatti medesimi risalenti a luglio-agosto 2009, e per i quali era già stato arrestato e poi scarcerato il 4 luglio.

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