Reggio

Venerdì 22 Novembre 2024

Un boss dei "Cataldo" contattato dai servizi ?

Un boss dei "Cataldo" contattato dai servizi ?

Nel corso dell’indagine sul contrasto delle attività illecite dei clan di Locri, dopo la “pax mafiosa”, gli investigatori dei carabinieri del Ros individuano due utenze telefoniche mobili che da successivi accertamenti risultarono «in uso ad organismi facenti parte del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica». Il dato emerge da atti confluiti nell’inchiesta “Mandamento Jonico”, coordinata dalla Dda di Reggio, che ha visto oltre trecento indagati, dei quali un centinaio raggiunti prima da un fermo scattato nel luglio scorso per reati che vanno dall’associazione mafiosa alla truffa, all’estorsione.

Era il 29 aprile 2014 quando un’utenza monitorata di un personaggio ritenuto al vertice del clan Cataldo di Locri veniva contattata attraverso un numero di cellulare «da un uomo con chiara inflessione dialettale calabrese che si identificava al suo interlocutore con il nome di Franco». La conversazione, della durata di 46 secondi, presentava «una connotazione ambigua – scrivono gli investigatori del Ros – e a tratti criptica, tanto che il Cataldo sembrava insolitamente impacciato nel rispondere». «Il chiamante – spipegano gli investigatori – chiedeva al Cataldo se l’indomani mattina fosse stato in zona perché voleva andare a trovarlo insieme a un “Carmelo” non meglio identificato. Il Cataldo rispondeva affermativamente ma faceva capire all’interlocutore di non averlo riconosciuto, e pertanto quest’ultimo molto sbrigativamente gli diceva “Sono Franco, l’amico di Carmelo, ci vedemmo l’altra volta che venimmo”. Cataldo, con tono dubbioso, rispondeva di averlo riconosciuto e i due si accordavano per incontrarsi l’indomani mattina».

Gli elementi indicati «portavano alla classificazione della conversazione come di interesse investigativo». Viene rilevato che dal 29 aprile al dicembre del 2014 : «è stato censurato questo unico contatto telefonico».

Alcuni giorni dopo, il 3 maggio, un’altra utenza monitorata intestata e in uso a un soggetto ritenuto dagli inquirenti «vicino agli ambienti massonici della Locride», contattava un numero di cellulare, «senza generare traffico voce».

Dagli accertamenti sulle anagrafiche richiesti al gestore di telefonica: «emergeva che entrambe queste sconosciute utenze mobili fanno parte di un pacchetto in convenzione stipulata tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Telecom Spa e sono in uso a organismi facenti parte del Sistema di informazioni per la sicurezza della Repubblica, così come si evince – concludono gli inquirenti – dalla missiva inviata a questo reparto». Pertanto: «la Telecom Spa non era in grado di fornire le generalità degli utilizzatori delle utenze richieste rilevando che l’assegnazione delle stesse viene direttamente gestita dal Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza)».

leggi l'articolo completo