Mobili, frutta, materiale da risulta proveniente da demolizione. Ad Arghillà, oltre all’acqua, l’altro gravissimo problema sono i rifiuti. Come si evince da queste foto a corredo dell’articolo e scattate dall’alto nella giornata di ieri la pizzetta di Arghillà di fatto è diventata una sorta di discarica a cielo aperto autorizzata di fatto. Perché per diventare in quale modo ce n’è voluto di tempo. E molto probabilmente qualcuno era al corrente della situazione ma nulla è stato fatto. Tanto che la quantità di rifiuti di ogni tipo ormai accatastata è diventata di proporzioni inaudite e comunque non consone per una Città Metropolitana.
Scempio ambientale
Uno scempio ambientale bello e buono che si associa al degrado del verde pubblico della zona e alla pericolosità sanitaria. Quei rifiuti costantemente vengono bruciati provocando gravi ricadute in tutta la zona. Sono rimasti inascoltati gli inviti e i solleciti della Prefettura per risolvere il problema della spazzatura. Un cortocircuito istituzionale provocato soprattutto da chi, illecitamente, sversa e trasporta da ogni angolo della città e di quelle limitrofe rifiuti ma anche alla miopia di chi non riesce a risolvere questa bomba ecologica. Il Comune sapeva benissimo che la raccolta differenziata in un quartiere difficile come Arghillà doveva essere fatta digerire meglio e che comunque doveva esserci un monitoraggio continuo.
Il Comuen che fa?
La sfida dell’abbandono dei cassonetti e del passaggio alla raccolta spinta ha dato qualche risultato ma queste immagini danno l’idea di quanto lunga sia la strada da fare. Per cercare di arginare il fenomeno Palazzo San Giorgio spera di poter contare presto sugli “occhi” delle telecamere che saranno a breve installate dopo l’affidamento dell’appalto sulla video-sorveglianza ma ancora il servizio non è attivo.
Lo sfogo
Le associazioni del quartiere hanno chiesto un presidio fisso della Polizia ma anche su questo non sono arrivate risposte concrete. Della vicenda si sta occupando il Tavolo permanente che porta sì progetti ma ancora non si è concretizzato nulla e soprattutto non si potrà concretizzare nulla sin tanto che ci si ferma al sollecito che la prefettura ha invitato ad operare. «L'attuale assessore Muraca – scrivono i membri delle associazioni presenti al tavolo – si è fatto carico come portavoce del tavolo che una volta al mese si riunisce per il problema Arghillà nei confronti del sindaco e crediamo si stia impegnando per la risoluzione ma non ha gli strumenti o meglio i soldi. Ai tempi dell’ex assessore comunale Marcianò, poichè in quel periodo si era mosso qualcosa, vi era una delega specifica per Arghillà ad oggi ma oggi nulla. Qui lo Stato non riesce a dire basta ai più di 40 reati ambientali al giorno ed è sempre lo Stato incapace di portare acqua per più di 25 giorni consecutivi nelle case delle persone. Insomma il problema Arghillà và reso noto come va reso noto il fallimento di ogni tentativo ad oggi fatto perchè non si è mai programmato qualcosa di concreto ma solo palliativi e nulla più, ed il sindaco che come priorità aveva la periferia in tutti i casi ha sempre taciuto perchè ad oggi qui ha fallito».
Uno sfogo amaro quello dei cittadini che comunque danno ancora fiducia alle istituzioni e credono che solo con interventi risolutivi si possa veramente svoltare pagina.