Un tragico incidente mortale si è verificato domenica su una delle tre strade che conducono al Santuario di Polsi: la San Luca-Santa Maria-Menti. Per cause in corso di accertamento, affidate al Commissariato di Bovalino, un fuoristrada con a bordo due persone, è finito in un burrone. A bordo del mezzo viaggiavano due persone, che stavano facendo rientro una giornata trascorsa a Polsi: Rosa Mezzatesta, 59 anni e il figlio Giampiero. Quest’ultimo è rimasto gravemente ferito, per la donna, che a Polsi si era recata per sciogliere un voto, non c’è stato niente da fare.
Sul posto, avvertiti da alcuni pastori, sono arrivati per i primi soccorsi una pattuglia del Commissariato in servizio a Polsi, una squadra della Guardia di Finanza e i Carabinieri della stazione di San Luca, guidati dal maresciallo Michele Fiorentino. Le operazioni sono state effettuate da una squadra dei Vigili del Fuoco che ha fatto molta fatica a recuperare la signora Mezzatesta che dava ancora segni di vita. Meno difficili le operazioni di recupero e trasferimento con l’elisoccorso al vicino ospedale di Locri del figlio.
L’incidente si è verificato nel punto che i sanluchesi chiamano “Misarumbo”, a poco meno di quattro chilometri dal Santuario. Un tratto in terra battuta, caratterizzato da una doppia curva e un lungo rettilineo privo di barriere di protezione, così come tutta la strada che da San Luca arriva al Santuario. Si ripropone quindi in termini urgenti e inderogabili la vergognosa e vecchia telenovela delle strade per Polsi, sulle quali pesa la totale indifferenza della classe politica calabrese, sorda agli appelli lanciati per anni dal vecchio rettore del Santuario, don Pino Strangio, che ancora non si è decisa a metterle finalmente in sicurezza.