Un richiamo alla responsabilità di una scelta che incarni il valore più autentico del legame che si va a stringere. E dunque, quella del padrino dal quale farsi accompagnare nel cammino che conduce al sacramento della cresima, non può essere considerata un’indicazione da fare a cuor leggero, magari assecondando logiche che sono mille miglia lontane da quelle che invece deve avere una figura che deve riacquistare «il significato strettamente religioso delle origini, legato alla testimonianza della fede».
L’arcivescovo di Reggio Calabria - Bova Giuseppe Fiorini Morosini ha voluto rivolgersi con una lettera aperta ai cresimandi per ricordare – tra l’altro – che il padrino «non è il “compare”, cioè l’amico che vuoi gratificare o la persona alla quale tu o la tua famiglia si vuole legare. Nella nostra cultura del Sud il padrino è diventato ormai solo il compare; tradizione, che in tanti casi sta alla base dei rapporti mafiosi tra le famiglie. Altro che persona che deve avere una vita conforme alla fede per accompagnare nella fedeltà al Vangelo!».
Toni decisi quelli scelti dal Pastore della Chiesa reggina che nella sua lettera ai cresimandi intitolata “Tu chi dici che io sia?” che invita ad accostarsi a questo sacramento «con maggiore serietà e dignità! Non si accede ad esso – scrive ancora monsignor Giuseppe Fiorini Morosini - come se dovessimo andare al bar a prendere una tazzina di caffè, perché siamo stati investiti all’improvviso del compito di essere padrini. La Cresima va chiesta quando ci si sente pronti a scegliere e a decidere di perfezionare il proprio cammino di fede al fine di essere sorretti dal dono dello Spirito, come ha promesso Gesù».
In un altro passaggio il Presule evidenzia che «la Cresima abilita all’azione nella vita della comunità, non è un “consumo” religioso individuale» aggiungendo poi che con la cresima «diventi adulto nella fede; non sei più un principiante. Fino alla cresima ti sei servito della comunità, che non ti ha fatto mancare le occasioni perché tu potessi essere educato nella fede e crescere in essa. Con la Cresima giunge il momento di diventare adulto: non puoi più solo ricevere dalla comunità, ma devi anche dare».
Un rapporto che si evolve e che metterà il cresimato di didomani nelle condizioni di «assumere un impegno a favore della crescita della comunità, secondo le proprie possibilità, secondo le proprie inclinazioni, secondo la propria vocazione». Tutto ciò nella consapevolezza, richiamata nella lettera aperta dall’Arcivescovo di Reggio-Bova, che nella comunità «c’è posto per tutti e ci sono tanti ambiti che potrebbero ricevere la tua collaborazione. Hai tutto il tempo durante il percorso di preparazione per verificare e decidere quale potrà essere il tuo futuro ruolo in Parrocchia. Il giorno della cresima io, tuo Vescovo, ti chiederò: cosa hai scelto di fare per aiutare il cammino della comunità - ha concluso mons. Giuseppe Fiorini Morosini –? Benedirò così il tuo impegno».