Un agguato in piena regola e in stile tipicamente mafioso. A distanza di oltre 24 ore dall’omicidio, a Siderno, del commerciante di carni e sorvegliato speciale, Carmelo Muià, 45 anni, conosciuto col nomignolo di “Mino”, diventa sempre consistente l’ipotesi investigativa che chi ha deciso, ordinato e compiuto l’efferato delitto nella tarda serata di giovedì scorso, doveva, con spietatezza e determinazione, portare a termine a tutti i costi la missione di morte.
Lo ha fatto eliminando pubblicamente a colpi di pistola calibro 7,65 uno dei presunti affiliati di “peso” del potente e ramificato clan dei Commisso di Siderno, una cosca che ormai da decenni occupa un posto di rilievo nel ristretto “gotha” della ’ndrangheta reggina e calabrese.
Chi, quindi, ha ordinato l’uccisione di Carmelo Muià ha confezionato perfettamente, ben conoscendo le abitudini serali della vittima, tutte le fasi dell’agguato scegliendo il luogo dove far scattare la trappola mortale e, soprattutto, individuando senza margine di errore il killer adatto.
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