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Si stringe il cerchio intorno al latitante Antonino Pesce

Si stringe il cerchio intorno al latitante Antonino Pesce

Palmi

Si stringe il cerchio intorno a Antonino Pesce, esponente dell’omonima clan di Rosarno latitante da circa un anno. Il rosarnese, figlio di Vincenzo detto “u pacciu”, uno dei pezzi da novanta della cosca, era sfuggito all’ordine di cattura che aveva riguardato anche suo fratello Savino, finito in carcere su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Reggio Calabria.

Nella giornata di ieri gli uomini del commissariato di Gioia Tauro, guidato dal primo dirigente Diego Trotta, hanno battuto una vasta area in contrada Bosco, zona agricola che delimita i territori comunali di Rosarno e Gioia Tauro. Un blitz in piena regola al termine del quale, però, non è stato scoperto il latitante Antonino Pesce, indagato per associazione mafiosa insieme al fratello Savino in una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria.

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