Una nuova tragedia scuote l’ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena. Nella tarda serata di sabato scorso, infatti, un neonato è morto per cause che sono ancora in fase di accertamento. La notizia è stata confermata, nella giornata di ieri, dal padre del bimbo, Fabio Raso di Polistena. L’uomo nella giornata di domenica è stato sentito dalla polizia del commissariato di Cittanova. Lo stesso commissariato nel quale, nel tardo pomeriggio di ieri, il giovane padre è entrato per presentare formale denuncia insieme al suo legale, l’avvocato Guido Contestabile. La vicenda è ancora alle prime battute, ma secondo quanto appreso i genitori del neonato deceduto sono intenzionati a andare avanti. Secondo i due giovani di Polistena, infatti, il loro bambino poteva essere salvato se nella struttura ci fossero state le apparecchiature adeguate. Secondo quanto appreso, non pare che al momento abbiano puntato il dito verso qualche medico in particolare, ma piuttosto nei confronti della struttura.
Il ricovero e la nascita
Andiamo per ordine. Dopo alcuni giorni di contrazioni, tenute sotto controllo con accessi giornalieri in ospedale, i ginecologi dell’ospedale polistenese avrebbero deciso di intervenire e fare nascere il bambino alla 35esima settimana. «Eravamo in attesa del nostro secondo figlio – ha fatto mettere a verbale nella denuncia – di fatti mia moglie era in attesa alla 35esima settimana di gestazione. La settimana scorsa nonostante non fosse ancora arrivata all’ultima settimana di gestazione, mia moglie ha cominciato ad avere delle contrazioni pertanto dopo avere avvisato il nostro ginecologo di fiducia che lavora nell’Ostetricia di Polistena, le diceva di recarsi subito in ospedale per farsi visitare. Questi eventi nell’arco di una settimana si sono verificati 4-5 volte fino ad arrivare a sabato scorso 26 maggio».
Sabato, dopo essere stata sottoposta a tutte le analisi del caso, la signora Raso era stata portata in sala operatoria. Alle 18.35 i medici aveva dato l’annuncio della nascita del bambino ai familiari. «Nel controllo di sabato – continua il giovane – dopo avere avvisato il dottor… mia moglie si recava verso le 12.30 direttamente in reparto da lui, la preparava al ricovero e poi veniva seguita nel pomeriggio da un altro medico. Alle 18.35 – aggiunge Raso – mia moglie partoriva tranquillamente e subito mi facevano vedere il bambino da dietro la vetrata del nido e mia moglie rientrava in camera tranquillamente».
I primi problemi
Solo dopo un po’, Raso sarebbe stato informato che qualcosa preoccupava i medici, forse un problema respiratorio, che avrebbe indotto la pediatra a disporre il trasferimento agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove, a differenza del nosocomio di Polistena, è presente un reparto di Neonatologia. «Dopo circa mezz’ora – sottolinea – venivo avvisato da personale medico, che probabilmente visto che il parto è stato prematuro, avrebbero richiesto un’ambulanza specializzata per trasportare il bambino a Reggio Calabria».
Dalla paura alla tragedia
Iniziano da qual momento ore di paura per i familiari del neonato, in attesa dell’evolversi degli eventi e dell’arrivo dell’ambulanza medicalizzata proveniente dal Reggio Calabria. «Passano, quindi, un paio d’ore – puntualizza Raso – e verso le ore 20 vedevo transitare nel corridoio la culla di mio figlio già necrotico e lo stavano portando in sala parto, dove a dire del personale dell’ospedale, vi era una ventola che avrebbe facilitato la respirazione». Dalle 21 alle 22.50 si consuma la tragedia: «Alle 21 mi dicono che il bambino sta bene anche se respira artificialmente, alle 22.50 mi davano la triste notizia, che dopo avere tentato di rianimarlo in tutti i modi è deceduto». Adesso Fabio Raso e sua moglie vogliono capire cosa sia andato storto e se il loro bambino poteva salvarsi.
Raso sarebbe stato informato che qualcosa preoccupava i medici, forse un problema respiratorio, che avrebbe indotto la pediatra a disporre il trasferimento agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove, a differenza del nosocomio di Polistena, c’è il reparto di Neonatologia. «Dopo circa mezz’ora – sottolinea – venivo avvisato da personale medico, che probabilmente visto che il parto è stato prematuro, avrebbero richiesto un’ambulanza specializzata per trasportare il bambino a Reggio Calabria. Alle 21 mi dicono che il bambino sta bene anche se respira artificialmente, alle 22.50 mi davano la triste notizia, che dopo avere tentato di rianimarlo in tutti i modi è deceduto».