Il prossimo 17 settembre il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, e tutti i componenti della prima giunta municipale (a eccezione di un membro di nomina esterna che adesso non fa più parte dell’amministrazione) dovrà comparire davanti al giudice dell’udienza preliminare di Reggio Calabria a seguito della richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura della Repubblica con il sostituto Walter Ignazzitto. Al gup è stata chiesta l’emissione del decreto che dispone il giudizio per i reati che vanno dall’abuso di ufficio, al falso ideologico. La vicenda è quella dell’affidamento dello storico albergo (ancora chiuso) denominato Miramare. Una struttura sulla via Marina che nell’estate del 2015 era stata affidata ma poi di fatto mai aperta a un’associazione guidata da Paolo Zagarella anche lui finito nel calderone dell’inchiesta giudiziaria.
Sono coinvolti, oltre al primo cittadino della città dello Stretto, anche gli attuali assessori Armando Neri (vice-sindaco), Giovanni Muraca, Giuseppe Marino, Antonino Zimbalatti e Saverio Anghelone e gli ormai ex componenti dell’esecutivo: Angela Marcianò, Patrizia Nardi e Agata Quattrone. Oltre a loro ci sono anche la segretaria generale di Palazzo San Giorgio, Giovanna Acquaviva, la dirigente Spanò e, come si diceva prima il rappresentante legale dell’associazione “Il Sottoscala” Paolo Zagarella. Un’inchiesta partita dopo alcune denunce circa la consegna delle chiavi al rappresentante dell’associazione e per questo il procuratore aggiunto che ha coordinato le indagini, Gerardo Dominijanni e il sostituto Walter Ignazzitto, a settembre scorso avevano fatto notificare gli avvisi di garanzia e sindaco, assessori e dirigenti erano stati ascoltati e tutti avevano fornito le loro spiegazioni su quella delibera, la numero 101 del 16 luglio del 2015 e poi pubblicata venti giorni dopo con la quale era stato formulato un atto di indirizzo agli uffici per I’assegnazione del piano terra dello stabile all’associazione guidata da Zagarella. Quindi ad aprila conclusione delle indagini e l’invito a fornire spiegazioni e la chiusura del cerchio con la formulazione della richiesta di rinvio a giudizio di tutti che deve però passare al vaglio del giudice dell’udienza preliminare che potrebbe non ritenere fondata la tesi della Procura archiviando il caso, rinviare tutte e 12 le persone coinvolte a giudizio o anche chiedere ulteriori accertamenti all’ufficio della Procura. Sarà in ogni caso un’estate di attesa per l’amministrazione comunale che sul caso Miramare rischia un processo che partirebbe proprio quando in riva allo Stretto di stanno scaldando i motori per le prossime elezioni comunali.