La morte del 53enne professore di Siderno, Giuseppe Galea, avvenuta la sera dello scorso 4 febbraio, dopo una lunga degenza nel reparto di Pneumologia dell’ospedale di Locri, avrebbe dei responsabili. Questo quanto emerge, a conclusione delle indagini condotte dalla Procura di Locri, con l’iscrizione nel registro degli indagati (con implicita richiesta di rinvio a giudizio), del direttore della struttura ospedaliera di Pneumologia del nosocomio locrese, Domenico Calabrò, unitamente a Giorgio Cotrona, Domenico Niceforo, Antonio Staltari e Giuseppe Varacalli, gli altri quattro dirigenti medici che hanno «avuto in cura» lo sfortunato Galea e che operano nel reparto di Pneumologia creato presso i nosocomio locrese nel 2014.
Il sostituto procuratore della Repubblica di Locri, Ezio Arcadi, ha condotto le indagini sulla morte del professore Giuseppe Galea e ha motivato l’iscrizione nel registro degli indagati dei 5 medici con la pesante accusa di essere stati loro ad aver causato la morte dello sfortunato professore di Siderno.
Come si ricorderà, la notte tra il 23 ed il 24 gennaio scorso , Galea si sentiva mancare il respiro accusando dolori al torace accompagnati da una forte tosse. I familiari lo accompagnavano al Pronto Soccorso dell’ospedale di Locri dove i sanitari di turno gli prestavano le prime cure del caso, poi, alle 8 del mattino del 24 gennaio 2018, al professore veniva effettuato un esame radiologico al torace e successivamente, in base all’esito degli esami ricoverato in Pneumologia dove rimase fino al 4 febbraio 2018, giorno del suo decesso. «Durante questo lungo ricovero – ha sottolineato Carlo Galea, fratello del povero professore defunto, assistito dall’avv. Antonio Ricupero –, il primario Calabrò durante i giorni di ricovero non ha mai visitato mio fratello né tantomeno si è confrontato con gli altri 4 medici sul decorso della sua malattia. Siamo sconcertati di quanto è accaduto a mio fratello e del comportamento di qualche medico. Tant’è che, quella stessa sera, appena comunicatoci il decesso di mio fratello, abbiamo denunciato il caso ai carabinieri di Locri. Adesso ci aspettiamo che venga fatta giustizia e che emerga tutta la verità sulla morte di mio fratello».
Quella “lenta” e ,fino a ieri, inspiegabile morte del noto e stimato professore Galea che ha suscitato grande sconcerto a Siderno e nell’intera Locride, adesso non è più un mistero. L’indagine svolta dalla Procura locrese, anche grazie all’aiuto derivante dall’esame autoptico sul corpo dello sfortunato professore, ha iniziato a svelare i “misteri” su quella morte tant’è che il pm che ha condotto le indagini afferma che ad aver causato la morte di Galea, «per colpa dipendente da imperizia ,imprudenza e massimamente da negligenza», sarebbero stati il primario Calabrò e gli altri quattro medici in servizio presso la Pneumologia di Locri. Da quanto è emerso l’operato dei sanitari non solo ha determinato «una sottovalutazione della patologia iniziale del Galea, broncopolmonite batterica, ma ha anche determinato ritardi e incredibili perplessità, nella diagnosi e nell’apprestamento di una terapia appropriata, la qual cosa ha causato la morte di Galea».