Estorsioni a tappeto, imposizioni di ditte amiche per lavori edili, di forniture di merce a numerosi laboratori di dolceria e bar del centro storico cittadino, senza che venissero richieste. E poi, gli immancabili rituali di iniziazione per i giovani 'ndranghetisti, come nel caso di Angelo, figlio di Filippo Chirico e nipote del boss defunto Pasquale Libri, secondo gli investigatori, "battezzato" ndranghetista ad appena 16 anni.
E' quanto emerge dall'inchiesta della Dda di Reggio Calabria denominata "Theorema-Roccaforte" che ha portato all'arresto di 14 persone da parte dei carabinieri del Ros e della Squadra mobile di Reggio Calabria.
"L'indagine conferma - ha detto il Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri - come la cosca 'Libri' rappresenti uno dei perni centrali dell'equilibrio mafioso a Reggio e in Calabria. Nonostante le suddivisioni territoriali Filippo Chirico non rinuncia ad allargare, o a continuare a detenere, i propri interessi criminali anche nei quartieri vicini, come Gallina, dove si registrano preoccupanti fibrillazioni all'interno della stessa cosca Libri, con il gruppo Quattrone che decide di staccarsi dalla 'casa madre' e dare corso ad una nuova e autonoma 'famiglia' di ndrangheta.
Fatto che induce Chirico, secondo le intercettazioni e la testimonianza di ben quattro collaboratori di giustizia, ad attrezzarsi per recuperare il terreno perduto".
Nelle indagini è coinvolto anche un consulente del lavoro, Saverio Nocera, di 64 anni, di Reggio Calabria, nei confronti del quale é stato disposto l'obbligo di dimora a Reggio Calabria, che avrebbe rivolto consigli a Chirico su come eludere le misure di prevenzione.
"Squadra mobile e Ros dei carabinieri - ha detto il Questore di Reggio, Raffaele Grassi - hanno confermato con il lavoro quanto sia efficace e necessaria la sinergia tra le forze dello Stato, a fronte di un fenomeno unitario criminale, com'è la 'ndrangheta, qui a Reggio, in Calabria e nel mondo".
Nell'inchiesta è coinvolta anche una donna, Anita Repaci, di 36 anni, destinataria di una misura cautelare per associazione mafiosa, nell'abitazione della quale, nel rione 'Cannavò', Filippo Chirico riuniva la cosca "per dare ordini e consigli - ha detto il vicecomandante del Ros, Alessandro Scafuri - addirittura lamentandosi con Chirico di essere troppo cedevole, soprattutto con i giovani emergenti sul territorio.
Una presenza nella 'ndrangheta, quella femminile - ha detto Scafuri - che segna una nuova scelta abbastanza diffusa tra le cosche di attribuire alle donne ruoli importanti nell'organizzazione delle attività di raccordo con altre cosche e tra i componenti della stessa 'famiglia' mafiosa".
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