Il pugno di ferro per arginare i reati di abbandono di rifiuti. Attraverso le sanzioni da 600 euro i reggini forse stanno prendendo consapevolezza che lasciare i sacchetti di spazzatura per strada rappresenta una violazione del codice e non solo una mancanza di senso civico. Nel corso dei blitz interforze ieri sono state elevate decine di sanzioni al Rione Marconi, nei giorni scorsi era successa la stessa cosa a Modena, al Viale Europa. Il rischio di essere colpiti da una non indolore sanzione amministrativa, elevata dalle forze dell’ordine sta cominciando “timidamente” ad esercitare quella forma di persuasione che gli inviti, gli appelli, le campagne informative fino ad oggi hanno fallito. La strada imboccata quindi potrebbe essere quella giusta per fermare il fiorire di tante microdiscariche. Risultato del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica sull’emergenza rifiuti che si sta vivendo in città sono arrivate le prime certezze di un impegno più forte della squadra Stato per aiutare il Comune a superare questa fase critica che ha reso vano lo sforzo di attivare un nuovo modello di civiltà, con un metodo giusto o sbagliato che sia, qual è quello della raccolta differenziata. L’appello del sindaco Falcomatà e dell’assessore all’Ambiente è stato colto tanto dal prefetto, Michele di Bari, che dal questore Raffaele Grassi. E pare che assieme ai blitz e alle sanzioni più pesanti stia quanto meno prendendo piede la consapevolezza che il reato non resta sempre impunito. La condizione della città è imbarazzante: la rimozione dei cassonetti in gran parte del territorio urbano ha messo tutto il sistema in tilt e a questo si aggiungono alcuni disservizi nel ritiro dei mastelli, esposti da chi (la stragrande maggioranza) la differenziata la fa e pure bene. Ed a questi cittadini oltre che ai rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine va il ringraziamento degli amministratori. «Siamo stati costretti ad utilizzare il metodo repressivo per colpire una frangia di cittadini, la grande maggioranza dei reggini ha risposto». E la conferma arriva dai numeri. «Siamo quasi riusciti a raggiungere il 50% di rifiuti differenziato. Ed è merito dei cittadini. Certo dobbiamo impegnarci ancora di più. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di arrivare al 65% entro il 2019. Ma l’impegno messo in campo ci ha consentito di ridurre i costi. Secondo le nuove tariffe disposte dalla Regione, il conferimento di rifiuto indifferenziato in discarica oggi è molto più alto rispetto a qualche anno addietro. Se non avessimo puntato sulla differenziata ci saremmo trovati a dover sopportare dei costi ancora più alti». Una scelta “obbligata” che coniuga la riduzione dei costi per lo smaltimento al rispetto dell’ambiente, binomio che potrebbe tradursi anche in una diminuzione della tassa per i cittadini. Ma per farlo occorre la collaborazione di tutti. Il rischio è che pochi incivili compromettano un operazione di grande civiltà. Del resto più volte gli amministratori comunali hanno ribadito che indietro non si torna. Si procede con la differenziata porta a porta, servizio che ormai è stato esteso su quasi tutto il territorio comunale. Nell’arco di poco più di tre anni «si è passati dal 7% al quasi 50%, dopo i quartieri pilota di Pellaro e Gallico abbiamo esteso il servizio e speriamo con la collaborazione di tutti di poter toccare quota 65% nei tempi previsti. Traguardo che ci consentirà di ridurre anche le percentuali della Tari».