Reggio

Lunedì 25 Novembre 2024

Market nel terreno della Curia, la Chiesa dice no

Market nel terreno della Curia, la Chiesa dice no

A Reggio dove negli enti pubblici spesso accade che un ufficio non sa cosa fa l'altro può succedere anche che venga autorizzata la costruzione di un grande supermercato-discount in un terreno che l'Ufficio di Sostentamento del Clero della Diocesi di Reggio-Bova rivendica essere di sua proprietà. Il curioso caso è più complesso di quello che si pensa ed è finito nelle aule giudiziarie e riguarda un fondo in via Laboccetta nel rione di Ciccarello.

La storia

Il fondo, già di proprietà della prebenda parrocchiale di S. Giorgio e S. Lucia in Reggio Calabria, è pervenuto in proprietà all’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. Sul fondo insisteva un diritto di livello costituito dalla Prebenda parrocchiale a favore di Natale Labate. Nell’anno 2002 accertato che il fondo versava in stato di abbandono, l'Istituto Diocesano ha citato in giudizio gli eredi e il giudizio si è concluso con la sentenza numero 604 del 2006 con cui il Tribunale ha dichiarato la devoluzione in favore dell’Istituto Diocesano. Questa sentenza è diventata definitiva.

Scontro giudiziario

Uno degli eredi ha chiesto l’affrancazione del fondo e il Tribunale nel 2015 ha accolto la domanda di affrancazione. L’Istituto Diocesano ha impugnato il provvedimento innanzi la Sezione Specializzata Agraria del Tribunale di Reggio Calabria. L’impugnazione è stata accolta parzialmente con la sentenza numero 1803/2016 del 14 novembre 2016 che ha disposto l'affrancazione del fondo in favore di Labate Pasquale “subordinatamente al pagamento dell'intero capitale d'affranco come rideterminato nella misura di 162.460,20 euro”. La sentenza è stata impugnata innanzi la Sezione Agraria della Corte d’appello, il giudizio tutt’oggi pendente e verrà chiamato all'udienza del 23 novembre 2018.

La sorpresa

Successivamente l'Istituto Diocesano è venuto a conoscenza della vendita alla Società “Asterion Società a Responsabilità Limitata”, il terreno di proprietà dell'Istituto Diocesano, per il prezzo di 209.493,71 euro. Nell'atto pubblico si dà atto che la pronuncia di affrancazione non è ancora definitiva. Successivamente il terreno è stato venduto alla società "Md" per un valore di oltre 1 milione di euro e l'atto di vendita è stato anche impugnato con l'udienza fissata al sei febbraio 2019.

Il supermercato

Quindi la richiesta per la realizzazione di un grande supermercato. La società presenta formale domanda alla Suap del Comune il 21 marzo 2017 per richiedere il permesso a costruire; a corredo della relazione nel legittimare la richiesta depositava un preliminare condizionato di compravendita immobiliare registrato il 4 agosto 2016 presso l’Agenzia delle Entrate di Napoli. L'Istituto Diocesano per il Sostentamento Del Clero Di Reggio Calabria – Bova” ha presentato anche una memoria ma il Comune ha concesso il titolo autorizzativo e per questo successivamente il caso è finito al centro di un esposto in Procura ancora pendente.

Secondo l’istituto vi sono una serie di irregolarità nell’iter amministrativo che giunge a concedere il permesso per la realizzazione del grande supermercato stante la titolarità delle particelle in capo all’IDSC, «tant’è che nel provvedimento concessorio alla pagina 2 si dà atto della legittimazione al rilascio alla MD in ragione dell’atto di compravendita del 27 marzo 2018 (dove la MD diventerebbe proprietaria), mentre non aveva alcun titolo al momento della proposizione della domanda iniziale». Naturalmente tutto questo non sta bene alla società campana che vorrebbe realizzare il supermercato che ritiene che tutta questa situazione possa provocare danni ingenti all’attività commerciale da realizzare in quanto ritiene che il titolo lo abbia e che tutti i passaggi amministrativi siano stati completati in maniera legittima ed efficace. Alla fine anche l’avvio dei lavori per la realizzazione del market finiscono in un altro procedimento giudiziario.

Il Tar blocca tutto

L’Istituto ha presentato al Tar un’istanza cautelare adducendo «che la controinteressata, di recente, ha già avviato i lavori preliminari di sbancamento e pulizia del fondo» che l’Ente assume essere a tutt’oggi di sua proprietà». Secondo i giudici del Tar «sussiste una situazione di estrema gravità ed urgenza, tale da giustificare la concessione della misura cautelare monocratica».

Questo quanto deciso il 28 luglio scorso che continuava: «Ravvisata l’opportunità di invitare sin d’ora l’amministrazione a depositare tutti gli atti istruttori sottesi al provvedimento impugnato e la parte ricorrente a depositare copia integrale della sentenza della Sezione Specializzata Agraria del Tribunale di Reggio Calabria numero 1803 del 2016, che si assume appellata; accoglie l’istanza di cautela interinale di cui in motivazione e fissa, per l'ulteriore trattazione in sede collegiale, la camera di consiglio del 5 settembre prossimo».

L’Istituto in questo giudizio singolare è difeso dal legale Giorgio Vizzari. Martedì si saprà qualcosa in più.

Nonostante una serie di giudizi in parte definiti e in parte ancora in essere la società Md non vuole arrendersi dopo aver pagato quel terreno dove dovrebbe sorgere un punto vendita in dettaglio. Tra esposti e citazioni ancora in corso, ad agosto, subito dopo il decreto cautelare urgente emesso dal Tar e che ha visto prevalere la tesi dell’Istituto di Sostentamento per il Clero, la società ha lamentato il grave danno derivante dal blocco dei lavori ma il Tar ha rinviato tutto a settembre per la decisione: «Md Immobiliare spa con istanza del 1 agosto 2018 ha chiesto la revoca del sopra indicato provvedimento cautelare, affermando di essere provvista di un titolo idoneo ad ottenere l’impugnato permesso di costruire e lamentando a sua volta il grave danno derivante dal fermo cantiere ma respinge la richiesta di revoca del decreto numero 120 del 28 luglio 2018». Nel bilanciamento degli interessi economici in atto per ora ha vinto la Curia.

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