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Falcomatà: "Mai avuto rapporti con la cosca Libri"

Falcomatà: "Mai avuto rapporti con la cosca Libri"

«Ci avviciniamo a scadenze elettorali e di questi articoli ne leggeremo. Teniamoci forte e continuiamo a lavorare per il bene della città».

Questa è stata la prima reazione a caldo del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il quale, pure non essendo indagato, sarebbe legato da un filo con la cosca Libri, una delle più potenti della città. Almeno secondo quanto ha scritto ieri il “Fatto Quotidiano” riportando stralci di un’informativa dei carabinieri del Ros inserita nel fascicolo dell’inchiesta “Teorema” con cui la Dda di Reggio Calabria ha sradicato le nuove leve della cosca. Sulla vicenda è intervenuto lo stesso sindaco di Reggio rivolgendosi, attraverso un post sul suo profilo Facebook, direttamente ai suoi concittadini.

L’informativa del Ros

Nell’articolo del Fatto si afferma che si tratta di «acquisizioni rilevanti sotto il profilo investigativo. Soprattutto – è scritto sul giornale – le conversazioni in cui si parla della possibilità per Serafina Libri, figlia del boss don Pasquale, di acquisire la gestione del famoso locale reggino “La Luna Ribelle”, un ristorante sul lungomare che comprendeva anche il lido comunale. Un affare che poi non si è concluso, ma che aveva diversi zeri al seguito». Un affare di cui, secondo le intercettazioni dei carabinieri, la donna parla con il marito Demetrio Nicolò. Nell’informativa - scrive il quotidiano - «c’è addirittura un capitolo sui rapporti sussistenti tra la cosca Libri e il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà tramite Libri Serafina e il marito Nicolò Demetriò». Quest’ultimo, in una intercettazione ambientale in auto, dice: «“Mi ha chiamato Falcomatà e mi ha detto se voglio “La Luna ribelle”».

La difesa del sindaco

«Apprendo da un giornale – scrive dal canto suo Falcomatà – di miei “rapporti” con una cosca locale. Tale “filo con la cosca” sarebbe dimostrato da due “importanti” elementi: un sms di risposta agli auguri per il risultato elettorale data al genero di un boss (cosa che apprendo oggi) gestore di una gelateria “grazie per gli auguri, ricostruiamo questa città”: la stessa risposta data a migliaia di messaggi a me recapitati dopo l’elezione. L’aver sostituito una lampadina nella pineta pubblica antistante la gelateria stessa e l’aver verificato (come dovrebbe fare ogni sindaco) che l’intervento fosse avvenuto. “È stata ripristinata? Fammi sapere”. Gelateria, peraltro, poi espropriata dal Comune per realizzare i lavori del nuovo lungomare. Esisterebbe poi un terzo elemento secondo il quale avrei “offerto” il Lido Comunale. Naturalmente smentisco queste affermazioni, suffragato peraltro dai fatti (il bando pubblico è andato ovviamente diversamente) e dal non essere neanche indagato dai magistrati antimafia».

«Mi ricandido»

Nonostante tutto, resta da registrare il fatto che il sindaco Falcomatà ha annunciato di volersi ricandidare per ottenere dai reggini il suo secondo mandato. E proprio per questo sta rimettendo in moto l’intera macchina organizzativa che l’ha portato al successo nell’autunno 2014. «Dobbiamo completare il programma che abbiamo avviato in questa consiliatura», ha salutato Falcomatà.

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