Le due vittorie consecutive hanno dato un po’ di tranquillità alla Reggina, concentrata nella scalata della classifica a un mese dall’iscrizione al campionato. Era l’11 settembre. Non c’era nulla, adesso c’è una squadra. Sicuramente incompleta e con un attacco da migliorare, ma che pare espressione di un progetto calcistico che può crescere. Dovrà farlo in fretta. La forte diffidenza generale nei confronti della nuova proprietà sta pian piano lasciando spazio alla fiducia. Non si può ancora parlare di una totale apertura da parte dei tifosi amaranto ma c’è un dato inequivocabile sulla fiducia in forte crescita: il numero degli abbonati. Sono quasi 3000 (2950 per l’esattezza), un dato straordinario se si considerano le premesse. Reggio Calabria è stata catapultata dai playoff per la promozione in Serie A ai dilettanti e senza una squadra costruita a suon di milioni per stravincere il campionato come è accaduto in altre importanti piazze calcistiche del Sud per le quali fare grandi numeri è stato più semplice. Nella passata stagione in B furono 4130 le tessere. La differenza è di poco più di mille abbonati. Numeri che dimostrano come ci sia sempre sia un nucleo importante di tifosi che resta legato alla squadra a prescindere dagli eventi che possano condizionarne il cammino. Manca all’appello chi si sente ancora ferito, orfano del proprio marchio e del nome ufficiale. Sono tifosi che meritano il massimo rispetto e che torneranno. Soprattutto se l’attuale proprietà, come annunciato a più riprese, si impegnerà al massimo per avere al più presto tutto quello che racchiude identità e tradizione. Le richieste sono pressanti e comprensibili anche da parte di chi allo stadio va. Chi forse sta patendo di più l’approdo in D sono i tifosi del Nord Italia e che hanno regalato presenze amaranto record in trasferta. Si gioca adesso tra Campania, Calabria e Sicilia ed esserci è decisamente più difficile. Anche in quel caso, però, c’è un riscontro importante derivante dai tanti abbonamenti venduti per lo streaming delle partite giocate al “Granillo”. La Reggina ha l’obbligo di essere protagonista assoluta in Serie D e le attenuanti, anche se esistono, non valgono. La proprietà, almeno nelle dichiarazioni, pare sensibile ad ogni aspetto che interessa i tifosi. Ha inizialmente incassato critiche in parte mosse più da rabbia proveniente dal passato e forse si è presa colpe che non aveva. Oggi, però, è padrona del proprio destino. La squadra, al netto di qualche tassello evidentemente mancante e ritardo, è stata costruita con raziocinio e con idee valide considerate tutte le difficoltà avute. Il passo in avanti sarebbe trovare la via per ottenere ciò che sarebbe straordinario nell’evoluzione, ma assolutamente ordinario negli effetti. Ossia una squadra che possa lottare per vincere per questo campionato. Di certo tifosi ci sono, tocca a società e squadra.