Il confronto con il Trapani, per la Reggina, ha confermato quello che un po’ tutti sospettavano: l’attuale squadra amaranto non è, quantomeno al momento, al livello di chi sta lottando per vincere il campionato. Sarebbe stato difficile il contrario, considerato che la nuova Reggina non ha neanche sessanta giorni di vita. Le scadenze relative e le contingenze del momento, però, valgono assai meno di quelle assolute, Alla storia passerà soltanto la posizione che si avrà alla fine del torneo. Nessuno si ricorderà delle difficoltà che hanno contraddistinto l’alba di questa stagione.
La stretta attualità dice che la Reggina dopo dieci partite sta già vedendo tramontare la possibilità di andare in C. Il calcio è imponderabile e tutto può sempre accadere, soprattutto se mancano più di 25 gare, ma oggi è meglio limitarsi alla realtà. I punti di distacco dalla vetta non offrono alternative al vedere il bicchiere mezzo vuoto. Non aiuta il fatto che si perderà il peso dei tre punti ottenuti con il Lamezia che ha annunciato la rinuncia alla prosecuzione del campionato. La classifica sarà riscritta e ne trarranno vantaggio solo coloro che avevano pareggiato o perso con i lametini.
Reggio Calabria ha una storia calcistica in cui, oltre ai lunghi fasti di Serie A e B. nessuno si dimentica dei tanti anni di C. Una squadra, però, lontana dall’avanguardia della graduatoria tra i dilettanti tende naturalmente ad essere un po’ meno Reggina e un po’ più Fenice Amaranto.
Se la Reggina ha giocato 10 partite senza un attaccante centrale importante non è un aspetto da poter imputare ai calciatori o a Bruno Trocini. Alla squadra vanno fatti i complimenti, perché costretta a confrontarsi con un calendario quasi impossibile (9 partite in un mese) e per aver dato sempre tutto nonostante una condizione fisica che non poteva essere perfetta.
Quello che pesa sulla classifica sono soprattutto i punti lasciati per strada con avversari modesti. Con il Trapani, il cui progetto è evidentemente più avanti, si poteva anche perdere, ma le proporzioni dell’attuale gap con le prime sono frutto dell’incapacità di vincere partite abbordabili.
Difficoltà non casuali, ma legate all’assenza di over di qualità nel tridente offensivo. Anche la questione condizione lascia il tempo che trova, tenuto conto che in D si vedono calciatori spostare gli equilibri senza brillare per mobilità. Il dover costruire la squadra a mercato chiuso è una spiegazione parziale di queste mancanze, dato che c’erano comunque delle strade per ingaggiare giocatori che potessero dare qualcosa.
Tuttavia, non sarebbe corretto dire che è tutto nero. La Reggina non è stata fortunata ed ha trovato under importanti come Martiner e Cham, oltre a quelli che erano già stati amaranto (Zucco, Provazza). Serviva essere perfetti e al momento non lo si è stati.
La prova di credibilità del nuovo corso sarà quella di rafforzare in maniera considerevole a dicembre la squadra. L’obiettivo dovrà essere arrivare il più in alto possibile, senza pensare troppo a dove si configurerà concretamente questa dimensione.
Domenica si gioca a Castrovillari. Avversario sulla carta alla portata, ma questa Reggina ha già dimostrato di soffrire chiunque quando c’è prima da sbloccare la partita. Non è concesso sottovalutare nessuno. Non rientrerà probabilmente nessuno degli infortunati, ma Trocini ha già riabbracciato Rosseti in attacco ed è una freccia che in altre partite analoghe non aveva avuto a disposizione. Tornerà anche Mungo che ha scontato la squalifica. In attesa del centravanti Bolzicco, che potrà probabilmente andare in campo dal 12 novembre con la Vibonese. Per quella partita potrebbero tornare anche Cham e Zanchi.
Reggina, i ritardi non giustificano gli affanni. L'assenza di un bomber ha complicato la situazione
La sconfitta con il Trapani non muta i programmi degli amaranto chiamati a migliorare una classifica deficitaria
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