Tra l’attesa per le novità di mercato e l’attenzione alle prospettive future, la Reggina non deve dimenticare il campionato e l’unico obiettivo oggi possibile: arrivare il più alto possibile e centrare i playoff, pur sapendo che potrebbero avere un valore relativo. La squadra di Bruno Trocini sarà chiamata a confermare il trend che la vede viaggiare veloce in trasferta, a dispetto delle difficoltà che continua ad avere in casa. I numeri dicono che il bottino esterno degli amaranto è a sole tre lunghezze da quello del Trapani schiacciasassi di questo inizio di stagione e solo a una dal Siracusa. L’ultima prestazione lontano dalle mura amiche, a Ravanusa contro il Canicattì, è stata positiva e premiata da un risultato forse troppo stretto (0-1) rispetto alla prova offerta. Diventa, inoltre, quasi pleonastico sottolineare le difficoltà realizzative di una squadra che non ha ancora trovato il modo di acquisire una produttività offensiva all’altezza. Una mancanza per la quale sono esauriti i tempi per i quali era possibile lamentarsi di una condizione che doveva crescere, di un’intesa non ancora trovata per una squadra che non ha fatto ritiro o qualsiasi altra giustificazione. Questo è il momento in cui tecnico e calciatori devono dimostrare di saper trovare il bandolo della matassa, perché ad andare in campo sono calciatori che per gran parte lo scorso anno giocavano in una categoria superiore. Al di là di quelle che magari possono essere le responsabilità societarie per qualche scelta che non ha convinto o per non aver magari allestito una squadra migliore. Un’attestazione di responsabilità che è anche un riconoscimento di stima a chi oggi ha il compito di legittimare le ambizioni del club. I fatti dicono che la Reggina non ha avuto il salto di qualità nel momento in cui c’erano i margini per poterlo ottenere, ossia dopo essersi messi alle spalle quella fase da undici partite in un mese e mezzo. La vittoria con il Locri, ottenuta più d’inerzia che con merito, va trasformata nell’episodio in grado di dare la spinta per ottenere quella sequenza di risultati in grado di dare una spallata alla classifica e che fino ad ora non è mai arrivata. Contro la Sancataldese servirà una dimostrazione di forza. La squadra sta lavorando al centro sportivo Sant’Agata con l’obiettivo di conquistare i tre punti. Ha recuperato Barillà e Rosseti che sono già entrati a gara in corso nell’ultimo turno di campionato. Resta in dubbio Zucco, la cui perdurante assenza apre alla necessità di individuare scelte che siano funzionali al dover schierare quattro under senza il centrocampista. Uno sarà certamente in porta, ossia il classe 2004 Velcea, considerata la squalifica di Martinez. Ieri Nino Barillà è stato ospite di "Sport e Famiglia", evento organizzato dall’Associazione Nazionale Stelle, Palme e Collari d’Oro al Merito del Coni del CIP (A.N.S.Me.S.), delegazione regionale Calabria, all’Istituto Tecnico Industriale “Panella-Vallauri”. Parlando agli studenti ha ribadito il suo amore per i colori amaranto: «La Reggina - ha detto - è la mia vita, sono voluto tornare a Reggio perché voglio essere parte integrante di questo progetto e della ripartenza del calcio reggino dopo le delusioni di queste ultime stagioni».