Si lavora sodo al “Sant’Agata” per preparare la gara contro il Ragusa. Di questo match e, in generale, del momento della squadra parliamo con l’ex difensore centrale Maurizio Marin che ha indossato la maglia amaranto dal 1994 al 1996, ottenendo una promozione in B. Rondinella, Alessandria, Massese, Siena, Cesena, Carrarese, Savoia, Vis Pesaro e San Marino sono le altre società in cui ha militato.
Originario di Bracciano, risiede ormai da diversi anni a Cesena. Collaboratore in passato di Rino Foschi, nel 2018 è entrato nei quadri dirigenziali del Palermo. È stato, inoltre, direttore sportivo del Cesena.
Meravigliato da quanto accaduto la scorsa estate?
«Sì, il fallimento ha sorpreso anche me. Bisogna avere capacità manageriali per gestire una società e a Reggio sono stati commessi diversi errori. Si è compiuto il passo più lungo della gamba puntando su calciatori non più giovani con ingaggi troppo elevati. Quando ho letto del mancato versamento dei contributi ai tesserati pensavo fosse una bufala, invece, era tutto vero. Da lì è cominciato il tracollo e spiace sia finita così, soprattutto per i tifosi. Per fortuna è arrivata la rinascita».
A proposito: che opinione ha della proprietà targata Ballarino?
«Essere partiti in ritardo ha inciso sul rendimento della squadra, ma non è colpa degli attuali dirigenti insediatisi a metà settembre. L’iscrizione non era scontata. Conosco Bonanno e credo abbia fatto i salti mortali pur di costruire una rosa all’altezza. L’organico è di spessore perché composto da elementi interessanti. Mi auguro ci sia il ripescaggio, altrimenti si dovranno fin da ora gettare le basi per allestire una rosa puntando alla promozione diretta. Reggio è una piazza importante e consiglio ai plenipotenziari di acquistare prevalentemente giocatori reggini che abbiano senso di appartenenza. A tal proposito, rimango un estimatore di Barillà, in grado di ricoprire svariati ruoli. È forte, così come Salandria».
Forse manca un centravanti che vada in gol regolarità.
«Bolzicco non si è ancora espresso al cento per cento. Si accende ad intermittenza, mentre Rosseti ha avuto diversi problemi fisici».
Giusto proseguire con Trocini?
«Se una persona esperta come Bonanno ha deciso di continuare con questo allenatore avrà avuto i suoi buoni motivi. Mancano dieci turni alla fine e non valeva pensa sostituirlo. La Reggina è comunque al quarto posto, in piena zona playoff».
Si profila un nuovo cambio di modulo. Dal 3-5-2 si tornerà al 4-3-3. Qual è la sua opinione?
«Conta l’atteggiamento più che l’assetto tattico. Attenzione al Ragusa, formazione ostica».
Ha sentito il suo amico Toscano?
«Ci vediamo spesso e con lui ho vinto un campionato nella stagione 1994-95 con Zoratti in panchina. Sta dominando il suo girone e qualche volta affrontiamo anche l’argomento Reggina. Il Cesena, salvo clamorosi ribaltoni, è vicino alla Serie B. Mimmo è diventato l’idolo del pubblico».
Nel 1994-95 non godevate dei favori del pronostico, eppure avete preceduto la corazzata Avellino. Quando vi siete resi conto di essere i più forti?
«Dopo lo scontro diretto vinto al “Partenio”. Segnò Aglietti approfittando di una disattenzione della retroguardia biancoverde. Quella fu un’incredibile cavalcata. Reggio mi ha dato tanto, per cui andai via a malincuore».
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