Mani grandi, mani senza fine, canta Gino Paoli, brano che ben si addice allo spagnolo Miguel Angel Martinez, estremo difensore amaranto. Originario di Madrid, ha firmato lo scorso settembre un biennale con il club di via “Delle Industrie”. Al “Razza” è stato ancora una volta tra migliori, salvando il risultato in più di una circostanza. Per Trocini è un portiere fuori categoria. Sentito telefonicamente, il ventinovenne ha raccontato le sue emozioni a quattro giorni dalla finale di Siracusa: «Sono felice – dichiara – di indossare una maglia così prestigiosa. Reggio mi ha positivamente stregato. Non vedo comunque l’ora di scendere in campo al “De Simone”. La finale si sta avvicinando».
Ripartiamo da Vibo. Nel secondo tempo ha dovuto effettuare la parata più complicata?
«Ne ho compiute due determinanti. Una nel primo tempo e l’altra nella ripresa, a dieci minuti dalla fine. Ho semplicemente fatto il mio dovere. Nell’ultimo intervento ho rischiato bloccando la sfera evitando così che l’avversario intervenisse. La squadra ha disputato la classica partita perfetta lottando fino al novantacinquesimo. Passaggio del turno meritato alla luce anche della forza della Vibonese. Siamo un gruppo di uomini veri che davanti alle difficoltà non si è mai arreso. L’obiettivo era andare avanti e grazie all’aiuto dei tifosi il sogno è diventato realtà. Due mesi fa avevamo affrontato la compagine di Buscè perdendo, ma nel giro di sessanta giorni la musica è decisamente cambiata. La nostra condizione fisica è decisamente migliorata e lo si è visto, appunto, nel derby. Mi complimento con i compagni che non hanno sbagliato praticamente nulla. Ho vissuto un pomeriggio magico che spero possa essere replicato a Siracusa».
Come si battono gli aretusei?
«Bisognerà rimanere concentrati cercando di colpire al momento giusto. Possiamo vincere i playoff, d’altronde nel calcio non ci sono risultati dall’esito scontato. Ai padroni di casa potrebbe bastare anche il pareggio. Saranno leggermente avvantaggiati, però anche la Vibonese lo era. Ci stiamo preparando con l’intento di presentarci al massimo della forma all’appuntamento decisivo della stagione. In rosa abbiamo elementi in grado di fare la differenza. Mi riferisco ai vari Barillà, Porcino, Mungo che hanno l’esperienza necessaria per trascinarci al “De Simone”. Ho la fortuna di far parte di una grande famiglia. Con ogni componente dell’organico l’intesa è perfetta».
Il pubblico chiede nome e marchio. Qual è la sua opinione?
«Siamo la Reggina perché rappresentiamo la città. Servirà ancora un po’ di pazienza e nel periodo estivo la situazione tornerà alla normalità. La dirigenza, come ha sempre ribadito, non si tirerà indietro».
Sta pianificando il futuro?
«Mi piacerebbe prolungare il contratto andando oltre il 2025. Ringrazio la società per avermi dato fiducia. Dopo l’esperienza a Pordenone, mi sono trovato svincolato causa il fallimento dei friulani. A quel punto è giunta la chiamata della Reggina che mi ha concesso l’opportunità di rimettermi in pista».
A gennaio spesse volte si è seduto in panchina. Ha pensato, anche per un momento, di andare via?
«No, anzi ho raddoppiato gli sforzi durante gli allenamenti convincendo il mister a rivedere la sua decisione. A prescindere da tutto, Velcea è un caro amico con cui vado d’accordo. Ringrazio, inoltre, Nino Liuzzo, nostro preparatore dei portieri, persona squisita».
Reggio si è aperta alla Spagna con il volo diretto verso Barcellona. Suoi connazionali in giro ne ha incontrati?
«Sì. Sarebbe opportuno che completassero l’offerta col diretto per Madrid così non mi toccherà recarmi a Catania per rientrare a casa».
La Reggina è sempre in buone mani
Il portiere Martinez si è dimostrato un valore aggiunto per la formazione amaranto
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