Alle ore 12 scade il termine per la presentazione delle offerte per il lotto di beni della Reggina 1914, oggi in liquidazione giudiziale, tra cui c’è anche il marchio. Sarà solo la prima tappa di una “due giorni” in cui i tifosi conosceranno il destino di ciò che racchiude la storia e l’identità del club. Chi vuole partecipare all’asta deve presentare un’offerta da almeno 100.000 euro. Domani, invece, in caso di più offerte valide è prevista la gara con rialzi minimi di 2500 euro. L’ultima in ordine di tempo ad ufficializzare la propria posizione è stata La Fenice Amaranto, la società che ha rappresentato Reggio Calabria in Serie D e che ha fatto le veci della Reggina in questa stagione. Si aggiunge al Comune, che metterebbe probabilmente a bando il marchio, e Stefano Bandecchi, che vorrebbe donarlo proprio all’ente. Pur essendo La Fenice Amaranto favorita in caso di un eventuale bando, come soggetto privato l’interesse del club amaranto è probabilmente quello di renderlo di sua proprietà.
La società ha annunciato ieri di aver depositato, presso il Tribunale di Reggio Calabria «l'offerta irrevocabile per l'acquisizione del lotto unico della Reggina 1914, tra i quali beni sono inseriti i marchi storici della Reggina». I marchi fanno parte di un più ampio gruppo di beni. Tra questi ci sono ad esempio degli arredi, dei trofei e anche elementi come accessori ed abbigliamento. Quello che conta di più sono le proprietà di simboli come la R con lo scudo amaranto che fino a pochi mesi identificava la Reggina 1914, il logo della Reggina Calcio e la scritta Vai Reggina.
«Il sogno amaranto – ha scritto il club nella sua comunicazione ufficiale – deve continuare, questo ulteriore passo verso l’identità e la tradizione deve rappresentare un momento di ripartenza per la Reggina e per la Reggio Calabria sportiva». «Vorremo – si legge nella nota della società amaranto – realizzare il desiderio di tutto il popolo amaranto, ci è stato chiesto a gran voce dai nostri splendidi tifosi per tutto il campionato e noi, come loro, lo vogliamo fortemente».
Grande determinazione, dunque, nel messaggio con cui la società del patron Ballarino e del presidente Minniti hanno rotto il silenzio degli ultimi giorni. Questo si dovrebbe tradurre anche nella voglia di investire quanto sarà necessario per avere il marchio nella gara che si svolgerà domani a partire dalle ore 12.
Ieri Stefano Bandecchi, sul suo profilo Instagram, è stato duro con la scelta di Falcomatà di presentare un’offerta per il marchio con soldi pubblici, ricordando che lui lo avrebbe regalato al Comune. Poi un’anticipazione sulle intenzioni. «Non aumenterò – ha detto – rispetto all'offerta che ho fatto e che è quella giusta. Non voglio creare difficoltà a Reggio, all'attuale squadra e nemmeno ai tifosi della Reggina con i quali mi vanto di avere un bel rapporto». Nel caso in cui fosse La Fenice Amaranto ad aggiudicarsi l’asta la società diventerebbe titolare di quella che, in maniera anche un po’ semplificata, si definisce “storia amaranto”. Il marchio sarebbe quindi accoppiato al titolo sportivo del club che ha giocato in Serie D nell’ultima partita. La strada sarebbe in discesa anche per il cambio di denominazione.
La Reggina potrebbe tornare tale anche sulle carte federali in maniera più semplice, sebbene la variazione del nome sia un passaggio in parte staccato dalle altre questioni. Ma forse meno semplice di quel che si pensa, senza l’acquisizione del marchio. Soprattutto fino a quando non ci sarà la revoca dell’affiliazione della Reggina 1914, ad oggi ancora esistente secondo i dati presenti sul sito della Figc. Certo è che la società sembra desiderosa di accontentare i tifosi e tagliare la testa al toro su tutti i fronti.
Reggina, è volata a tre per il marchio
Alla gara parteciperanno La Fenice Amaranto, Stefano Bandecchi e il Comune. Alle 12 scade il termine per la presentazione delle offerte per il lotto di beni dello storica “1914”
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