Nessuna sorpresa dopo l'asta che era in programma questa mattina. Le carte erano abbastanza leggibili. Il Comune aveva deciso di presentare la propria offerta per provare a tutelare il marchio da future (e non augurabili) procedure fallimentari, ma aveva margini economici di manovra ridotti considerata la necessità di rispettare i parametri di bilancio.
Poi c'era Stefano Bandecchi, in rappresentanza del quale a Reggio Calabria c'era l'ex arbitro internazionale Paolo Tagliavento, già suo dirigente quando era proprietario alla Ternana. Il patron di Unicusano aveva già annunciato che non avrebbe rilanciato dopo aver saputo dell'interesse del Comune, a cui lui stesso avrebbe regalato il marchio in nome del rapporto di affetto che lo lega alla tifoseria.
L'offerta più alta è stata quella della società del patron Ballarino e del presidente Virgilio Minniti. Un fatto che apre nuovi orizzonti perché La Fenice Amaranto potrà riavere il logo sulla maglia e soprattutto avviare senza problemi la procedura di cambio denominazione.
Adesso ci sarà da programmare una stagione in cui la società vuole vincere la Serie D, sempre che non si aprano le porte del ripescaggio a cui il club sarebbe pronto ad ogni livello.
Caricamento commenti
Commenta la notizia