Reggio

Giovedì 24 Ottobre 2024

Amarcord Reggina, quel sogno chiamato Serie A. Che pomeriggio a Torino 25 anni fa...

È sempre sottile la linea tra la dolcezza dell’amarcord e la tentazione di sfruttare i ricordi per non guardare alla durezza del presente. Per un tifoso della Reggina, però, il 13 giugno non è una data come le altre. Non lo è a maggior ragione se, come in questo 2024, ricorre il venticinquesimo anniversario da quando gli amaranto sono sbarcati per la prima volta nel paradiso della Serie A. Fu decisiva la vittoria al Delle Alpi contro il Torino (2-1). Uno stadio che forse non è entrato nei cuori granata e juventini, al punto da essere abbattuto dopo neanche trent’anni dalla sua costruzione per Italia 90. Ha fatto però in tempo a diventare il teatro dei sogni amaranto, considerato che poco più di due mesi dopo (29 giugno 1999) sempre lì la Reggina esordì in A (1-1 contro la Juventus). Sono passati cinque lustri da quella che fu felicità assoluta per Reggio Calabria. Tutti sanno esattamente dove si trovavano nel momento in cui Tonino Martino realizzò il gol che portò la Reggina in Serie A. Si ricorderanno un po’ meno cosa provarono al triplice fischio dell’arbitro Bettin di Padova, inebriati da una di quelle gioie che la città credeva che forse non avrebbe mai provato. L’attesa di ottantacinque anni fu lunga, seppur mai il popolo amaranto avesse perso orgoglio e appartenenza negli anni vissuti tra B e C. Nessuno sa quanti fossero i tifosi della Reggina al Delle Alpi quel giorno. I presenti erano oltre 50.000, con i supporters di casa che festeggiavano la già ottenuta promozione in massima serie. Troppo difficile distinguere il granata dell'amaranto sugli spalti. La percezione che i reggini potessero essere davvero tanti la si ebbe al gol del vantaggio amaranto. Cozza (sempre presente nei momenti chiave della storia amaranto) dal dischetto non sbagliò e il boato legittimò le stime che parlavano di quindici o ventimila tifosi della Reggina che erano andati a prendersi la storia sulle gradinate del Delle Alpi. Lo avevano fatto in tantissimi partendo da Reggio, molti altri facendo poca strada dalle tante zone del Nord che nei decenni sono diventate feudi di regginità emigrata. Doveva essere la giornata perfetta e neanche il solito gol della bestia nera Marco Ferrante poteva rovinare una festa attesa dieci anni. Esattamente dallo spareggio per la promozione in A perso ai rigori a Pescara con la Cremonese, quando cinquecento sostenitori grigiorossi gioirono davanti ai 25.000 amaranto presenti. A Torino la Reggina doveva solo vincere. Il pareggio del Torino durò pochi minuti. Giusto il tempo che la paura di non farcela rendesse più incontenibile l’esplosione di gioia del popolo amaranto. Oltre ventimila, tra coloro i quali restarono a Reggio in un giorno di elezioni per il Parlamento Europeo, scelsero di vedere la partita a piazza del Popolo dove in tempi record fu allestito un maxi-schermo enorme per l’epoca. Fu festa per giorni, il giusto tributo al successo che la società presieduta da Lillo Fotì riuscì a costruire. Vietato, però, farsi travolgere dalla nostalgia. Meglio pensare ai ricordi come stimolo per il futuro, soprattutto perché il massimo è stato raggiunto con lungimiranza e programmazione.

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