Rosario Pergolizzi riabbraccia la Reggina, trentaquattro anni dopo. Contano soprattutto il presente e il futuro, con l’obbligo di vincere. L’emozione del ritorno però ha probabilmente avuto un ruolo da protagonista almeno nel giorno della presentazione del nuovo tecnico svoltasi a Palazzo San Giorgio. Al tavolo con lui anche il patron Nino Ballarino, il sindaco Giuseppe Falcomatà e il presidente Virgilio Minniti. Pergolizzi aveva fatto parte anche della Reggina che, nel 1989, andò ad un passo dalla Serie A, fermandosi ai rigori dello spareggio con la Cremonese. Una squadra che, con Scala in panchina, è rimasta nel cuore dei tifosi. «Reggio Calabria – ha ammesso – mi ha dato tanto come calciatore e spero mi dia tanto come allenatore».
Non ci sono giri di parole nelle dichiarazioni del nuovo tecnico amaranto, perché c’è consapevolezza di tutti che non si può sbagliare. «Questa città – ha aggiunto – è un po’ arrabbiata e delusa, ma attraverso lavoro, sacrificio ed unione possiamo toglierci delle soddisfazioni. Il nostro obiettivo è vincere questo campionato».
Il proposito di vittoria è chiaro a chiunque grativi nell’ambito Reggina. “Lavoro” è la parola che è tornata più spesso mentre il nuovo allenatore ha esposto il suo pensiero sulla squadra che sarà. «Noi – ha precisato Pergolizzi – dobbiamo lavorare in silenzio, rispettando gli avversari. Non vanno fatte chiacchiere, bisogna restare sempre con i piedi per terra».
Al tecnico, classe 1968, sarà chiesto di ripetere le imprese già centrate a Palermo e a Campobasso, squadre portate dalla D alla C. La prima promozione è arrivata nel 2020, la seconda nella stagione appena conclusa. «L’allenatore – ha spiegato – deve dare dei principi alla squadra e provare a valorizzare le caratteristiche di ogni singolo giocatore. La società sta lavorando, perché saranno fatti acquisti importanti. Ci servono uomini veri, giocatori guerrieri che conoscano il sacrificio e i principi del lavoro. Lo stesso vale per chi c’è già in rosa e punta alla conferma».
La tifoseria si aspetta colpi di mercato all’altezza delle ambizioni, il tecnico ha un’idea chiara e non pensa sia questione di budget. «Non ci serve – ha spiegato – fare aste. Ci sono milioni di calciatori, conta come spendi e quello che prendi. Devi prendere quello che serve. Cercherò di indicare delle priorità, perché a questa squadra può mancare qualcosa per caratteristiche dei protagonisti che già ci sono. Tutto però va fatto con la testa».
Tra i dubbi della prossima stagione ci sono le scelte legate alla porta. In rosa c’è Martinez, un lusso per la categoria, ma le squadre che puntano a vincere spesso privilegiano un giovane per avere un over in più tra i giocatori di movimento. Pergolizzi è sembrato aprire ad una logica di alternanza, lanciando però un messaggio neanche troppo velato: «Se un portiere – ha spiegato – dice che vuole giocare trentaquattro partite, noi dobbiamo comunque pensare al gruppo». Il lavoro di Pergolizzi alla Reggina inizierà con il ritiro che si svolgerà al Sant’Agata, su cui proprio ieri è arrivato l’annuncio della proroga tecnica di sei mesi (in attesa del bando). Una soluzione che fa sempre discutere, considerato il rischio di alte temperature che si rischia di trovare a Reggio Calabria tra luglio e agosto a differenza di quello che accadrebbe in un ritiro in zone montuose. «Credo – ha detto – che la squadra debba vivere la città e la gente. Solo così si può sentire l’appartenenza. Vogliamo che i tifosi vengano a vedere le amichevoli». Pergolizzi non avrà un allenatore in seconda, ma si avvarrà di tre uomini nel suo staff. Il preparatore dei portieri sarà Marco Cervino, il preparatore atletico Josè Lazzaro e il match analyst Danilo Polito.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia