Ferragosto di riposo per la Reggina. La squadra, dopo essersi lasciata alle spalle oltre 20 giorni di ritiro, tornerà ad allenarsi sabato al centro sportivo “Sant’Agata” alle ore 17:30. Sarà sempre più vicino il rientro in gruppo di Renelus che ha ripreso a correre, mentre potrebbe esserci ancora da attendere per Rosseti e Rajkovic. La metà del mese di agosto indica però anche che all’inizio della stagione mancano solo due settimane, considerato che l’1 settembre si va in campo al “Granillo” per l’esordio ufficiale in Coppa Italia di Serie D con la Vibonese. Sarà l’antipasto di ciò che accadrà sette giorni dopo, quando si farà visita all’Igea Virtus per la prima di campionato. Da lì in avanti non si potrà più sbagliare. Quelli che la Reggina ha davanti sono quindici giorni in cui, probabilmente, si dovrà lavorare per ridare all’ambiente il presupposto essenziale per trovare grandi risultati: la compattezza. Ognuno dovrà fare la propria parte. A partire dalla società, a cui si chiedono un paio di acquisti che aiutino a scacciare un po’ di scetticismo sulle reali potenzialità dell’organico. L’opinione più diffusa, e in buona parte condivisibile, è che quella amaranto sia una buona squadra, ma forse non all’altezza di essere la Reggina che approccia la Serie D. Ossia un club che avrebbe dovuto presentarsi ai nastri di partenza del prossimo campionato senza il dubbio di essere la più forte o addirittura il ragionevole sospetto che, almeno sulla carta, non lo sia. Strada facendo ci si proverà ad aggrappare a tutto, anche alla cabala. Quasi mai, la Reggina ha centrato i propri obiettivi da favorita assoluta. Lo si ricorderà, ad esempio, per l’ultima promozione in B del 2020, quando si ipotizzava che il Bari e la Ternana fossero di un altro livello. Ma lo stesso si potrebbe dire per la storica promozione in A del ‘99 quando si arrivò nell’Olimpo da outsider o quella del ‘95 in B, in cui l’Avellino si riteneva avesse una rosa superiore. Nel 2002, invece, gli amaranto tennero fede ai pronostici che li vedevano in prima fila per tornare in massima serie. Certo, la D è un’altra cosa. Si gioca contro realtà piccole e ci si aspetterebbero altri presupposti. L’auspicio è che il fatto che stia nascendo un girone I dal livello medio più alto rispetto a quello degli anni precedenti possa rivelarsi premiante per chi sarà riuscito a programmare meglio la stagione. Anche cancellando quello che ad oggi è un trend consolidato degli ultimi anni di D: chi ha il budget più alto vince sempre o quasi. E la sensazione è che in questa stagione, almeno fino ad ora, potrebbe non essere il caso della Reggina. La missione della squadra di Pergolizzi sarà quella di trovare da subito risultati importanti. Unitamente all’impegno sul campo, sarà l’unico strumento con cui si potrà fare rinascere l’entusiasmo in una città ha bisogno di trovare certezze. I tanti reggini del gruppo e il legame del tecnico Pergolizzi con Reggio Calabria sono una delle garanzie rispetto all’idea che la squadra senta responsabilità importanti e sia determinata a dare il massimo.