Vincere aiuta a vincere. Fa crescere le consapevolezze e permette di affrontare al meglio il futuro. I tre punti che la Reggina ha ottenuto a Sant’Agata di Militello sono quanto di meglio la domenica potesse regalare agli amaranto. La troppa differenza di caratura tecnica con i siciliani rischia di rendere effimere le valutazioni sulla prestazione amaranto, ma c’è cognizione che si debba lavorare per arrivare ad un massimo livello potenziale che non è ancora stato raggiunto. Lo ha lasciato intendere anche Rosario Pergolizzi nelle dichiarazioni post-partita. Questa, complice un organico completato solo sul filo di lana del precampionato, è ancora una fase di rodaggio per gli amaranto. Un aspetto che non deve portare a minimizzare il risultato ottenuto. Queste restano sfide che possono tramutarsi in bucce di banana su cui scivolare, indipendentemente dal periodo in cui vengono affrontate.
Avere conferma del fatto che ci siano singoli in grado di fare la differenza contro avversari meno forti aiuterà a guardare con fiducia al futuro. Pur con tanti meccanismi ancora da metabolizzare, i punti contano già e per gli amaranto è stato fondamentale ottenere la vittoria risicata contro la Nuova Igea Virtus e quella più netta nell’ultimo turno di campionato. Troppo presto per dare impressioni generali sul campionato. Occorrerà ancora qualche partita affinché la fisiologica selezione operata dai risultati scopra le reali gerarchie determinate alla forza effettiva delle squadre del girone I. Tuttavia, per la Reggina c’è già un dato significativo: al momento la differenza con la capolista Scafatese la fa lo scontro diretto. Seppur i campani abbiano vinto nettamente le due partite in casa, quello che regala loro la vetta è l’exploit del Granillo. Con un risultato invertito lo sarebbe anche la classifica delle due compagini. Quella però resta una gara che, seppur decisa da un episodio, ha dato l’indicazione di una Reggina ancora in cerca di una identità precisa.
Un gap che nel corso del match si è visto e che potrà essere colmato con il lavoro e magari con i risultati. Ecco perché il prossimo trittico di partite avrà un’importanza cruciale per il futuro. Al Granillo arriveranno Ragusa e Acireale, due squadre di medio livello, che permetteranno di adattarsi gradualmente ad una crescente difficoltà degli impegni. Un percorso intermedio per il campionato che si esaurirà il 13 ottobre a Siracusa, quando la Reggina dovrà arrivare ad un livello tale da poter dare un messaggio importante a tutto il girone . Sul campo della squadra che è la favorita assoluta alla vittoria del torneo. Quella formazione che ha perso all’esordio con la matricola Sambiase ed è poi andata a vincere in casa dell’ambiziosa Nissa in un potenziale scontro diretto. Quelli che la Reggina ha sempre perso anche nella passata stagione.
Questa volta ci sono i presupposti affinché la storia si possa cambiare, a patto che i miglioramenti come collettivo proseguano. Anche, ad esempio, attraverso una quadra migliore che l’allenatore potrà trovare dando continuità di utilizzo ad alcuni uomini e con una ottimale gestione degli uomini legata ad una crescente conoscenza del gruppo. Oggi pomeriggio si torna a lavorare al centro sportivo Sant’Agata. Domenica arriva il Ragusa e l’obiettivo è tornare a fare esultare il Granillo, che può diventare un’arma in più per gli amaranto.
La Reggina prende coraggio: vincere aiuta a... vincere
L’affermazione di Sant’Agata rilancia gli amaranto nelle zone nobili della classifica
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