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La Reggina si gode l’identità ritrovata: decisivo l’avvento di Trocini

Con il suo ritorno in panchina quattro vittorie, due pareggi e una partita da recuperare

Un tesoro chiamato “identità”. Lo ha cercato e trovato la Reggina di Trocini nelle ultime settimane. Adesso è il momento di non disperderlo. All’orizzonte c’è uno snodo cruciale della stagione come la trasferta di Scafati. Le tre vittorie consecutive sembrano solo l’effetto di una serie di miglioramenti che si stanno sviluppando alla base. Per la prima volta si ha la sensazione che la Reggina abbia messo da parte quell’aura di confusione, improvvisazione, imperfezione ed anche di timore che aveva accompagnato la prima decina di partite di campionato. Nessuno ha la controprova per stabilire se la svolta decisiva sia stato o meno il ritorno in panchina di Bruno Trocini. I fatti, però, dicono che dal momento in cui l’allenatore ha ripreso il timone della squadra il percorso amaranto si è schiarito in diversi punti. Soprattutto nel momento in cui si sono recuperati gran parte degli infortunati.
Trocini guida la Reggina da sette giornate, in cui sono arrivate quattro vittorie, due pareggi e una sfida da recuperare (quella di Favara). In questo frangente solo il Sambiase ha fatto meglio (21 punti). Davanti agli amaranto c’è anche il Siracusa (16), ma il +2 potrebbe essere rimontato con il recupero. Pesa il pareggio casalingo con il Pompei, arrivato nel finale dopo essere stati avanti 2-0.
Al di là dei numeri (paradossalmente non straordinari), i punti incoraggianti sono in realtà altri. C’è un assetto tattico chiaro, un gruppo in cui cominciano ad emergere leader tecnici e tattici indiscutibili e una discreta intercambiabilità dei protagonisti nei ruoli in cui occorre brillantezza fisica.
Nella passata stagione, grazie al suo posizionamento, Nino Barillà era riuscito a realizzare in campionato 11 reti in 29 partite. Quest’anno nelle 9 gare senza Trocini aveva segnato solo un rigore (e offerto un assist). Nelle quattro partite con l’allenatore cosentino è già a quota 2 (più un assist). Questo significa che l’attuale guida tecnica ha contezza di come utilizzare il materiale umano a propria disposizione. Anche perché un anno fa l’esperimento di collocare il capitano davanti alla difesa non ebbe grande successo e si capì che, in questa categoria, la sua qualità va utilizzata il più possibile a supporto della punta. Un po’ come si verifica sulla scelta di puntare su Porcino mezzala sinistra (nata anch’essa un anno fa) e sull’idea di dare una maglia da titolare a quel Laaribi che prima andava spesso in tribuna. Adesso, però, arriva il difficile. Servono conferme in uno scontro diretto e contro una squadra più forte delle ultime affrontate. Agli amaranto il compito di non fermarsi proprio adesso.
La squadra, come avvenuto ieri, oggi si allenerà al centro sportivo Sant’Agata. Giovedì si torna a Campo Calabro.

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