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La Reggina fa rotta verso le ultime dieci giornate di campionato. La prima tappa del rush finale è la sfida con l’Enna, impegno casalingo che segna il ritorno al “Granillo” dopo la sconfitta nello scontro diretto con il Siracusa. L’ambiente sarà diverso, non ci saranno 8000 persone, ma resta la necessità assoluta di vincere. Specie se si pensa che la Reggina primeggia nella classifica in trasferta (27 punti in 12 uscite a +3 su Vibonese, Scafatese e Siracusa) e non è in testa proprio per il passo incerto avuto nelle gare interne.
Gli aretusei al contrario hanno costruito il loro primato prevalentemente al “De Simone” con 33 punti su 36 disponibili. Addirittura +9 su una Reggina che tra le mura amiche ha pareggiato con Acireale, Sambiase e Pompei e perso con la Scafatese e gli azzurri di Turati.
Altro tasto dolente sono gli scontri diretti. Per una Reggina che non ha mai battuto né la prima, né la terza in classifica (solo un punto su quattro gare, a fronte di un Siracusa che per ora ha fatto tre su tre) non c’è la possibilità di tornare indietro sugli scontri d’alta classifica. Si può ancora fare qualcosa per provare a far valere in maniera sistematica la legge del “Granillo”.
Da ora in avanti sullo Stretto non ci saranno avversari sul piano tecnico all’altezza della squadra di Trocini. Un pensiero oggettivo che però non deve coinvolgere gli amaranto, il cui compito sarà quello di non sottovalutare nessuno ed evitare approcci sbagliati che diventerebbero il preludio a brutte figure. A partire da domenica contro l’Enna.
Le risposte fornite sul piano mentale a Licata lasciano ben sperare e a Reggio ci si augura che arrivino altre risposte nel segno della continuità.
La stessa che utilizzerà Bruno Trocini nel preparare la gara contro i siciliani. Quello della squadra amaranto è un progetto tecnico chiaro, con gerarchie consolidate e in cui forse l’ultimo obiettivo è quello di ampliare la base di calciatori su cui fare affidamento.
Se è vero che quella della Reggina è una rosa ampia, va specificato che si è sempre andati in difficoltà nel momento in cui è mancato qualche uomo chiave. Il caso di Barillà, assente con il Siracusa, è stato il caso più eclatante, ma è la punta di un icerberg che rappresenta diversi calciatori che fino ad ora non hanno inciso come ci si aspettava.
A centrocampo, ad esempio, mai la Reggina è riuscita a beneficiare con continuità delle qualità di Dall’Oglio e Urso, due dei principali colpi di mercato estivi. Eppure entrambi hanno deciso due gare vinte 1-0 (con il Ragusa e a Vibo), ma che per infortuni o scelte tecniche non hanno mai trovato un utilizzo costante che potesse dargli ritmo partita.
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