
Con l’Akragas ritirata dal campionato, alcune statistiche aggiornate vanno riportate indietro di una settimana.
Tocca soprattutto alla Reggina, che è stata l’ultima squadra ad affrontare e battere i siciliani. Oggi però tenere conto di quel successo aiuta a riconoscere l’importanza del percorso avuto da quando è tornato sulla panchina amaranto Bruno Trocini. In estate, come si ricorderà, le strade si erano separate nonostante la buona chiusura dello scorso campionato.
In sedici partite sono arrivati 12 successi, 3 pareggi ed 1 sconfitta. 36 i gol fatti e solo dieci i subiti. Un percorso totale che è stato in crescendo e vede gli amaranto nel girone di ritorno primi assoluti con 25 punti conquistati su 30 disponibili, 24 reti realizzate e solo 4 incassate. Lagonigro è riuscito a tenere la porta inviolata in sette delle ultime dieci gare.
Una Reggina quasi perfetta quella del 2025, con quel “quasi” che pesa come un macigno. Si riferisce ad un rigore sbagliato a Scafati dove è arrivato un pareggio e a quel secondo tempo con il Siracusa. In quella circostanza, pur con assenze importanti, anche Trocini forse poteva interpretare meglio la gara.
Questo, però, non deve sminuire quanto di significativo è stato fatto fino ad ora con il tecnico. La media punti amaranto con Trocini è superiore a quella avuta dagli aretusei nell’arco di tutto il torneo.
La risalita della Reggina ha preso il via quando si è ripartiti dal progetto tattico dell’anno precedente. Nelle prime undici gare con Pergolizzi si sono visti diversi moduli, tanti cambi di formazione e un’identità mai chiara. Le prestazioni lo lasciavano intendere più del ruolino di marcia comunque non eccezionale (21 punti in 11 gare).
Nel tempo la Reggina ha trovato una formazione tipo (con pochi cambi alla volta possibili) e ha integrato nel migliore dei modi l’arrivo di alcuni rinforzi.
Il reparto dove la mano del tecnico è più evidente è proprio il centrocampo. Lì dove si è scelto di puntare su Laaribi davanti alla difesa, un giocatore che non vedeva quasi mai il campo durante la gestione precedente. Trocini lo conosceva bene dai tempi di Rende. Al suo fianco altri due reggini: Porcino e Barillà. Il primo dopo una carriera prevalentemente da esterno sta facendo vedere grandi cose da mezzala sinistra, un ruolo che è stata proprio un’intuizione del tecnico nella passata stagione. Il capitano, invece, si è ritrovato nuovamente più “attaccante” che “ centrocampista" come avveniva ad inizio campionato. Sono così tornati i suoi gol e le giocate decisive che si vedevano nell’anno calcistico precedente.
Il mercato ha poi dato una mano ulteriore. Con l’arrivo di un portiere valido del 2006 come Lagonigro, che ha permesso di gestire al meglio le rotazioni degli under. E poi con un calciatore essenziale come Grillo, esterno dotato di qualità tecnica e tattica.
Si è fatto tanto, ma non tutto. All’orizzonte ci sono sette gare che la Reggina può solo pensare di vincere tutte se si vuole sperare in qualcosa più del secondo posto.

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