
La Reggina vista con gli occhi, ancora colorati di amaranto, di Vittorio Pinciarelli. Due anni trascorsi in riva allo Stretto, ma il secondo è stato quello storico e si concluse con la prima promozione in A. Risiede a Roseto degli Abruzzi, anche se il suo legame con la Calabria non si è mai spezzato: «Arrivai al Sant’Agata nell’estate del 1997, mi volle Colomba. In due stagioni segnai sei reti, ero un’ala e svolsi anche mansioni difensive». Tutti lo ricordano anche per i calzettoni abbassati. Faceva su e giù sulla fascia destra. Cursore generoso, non si risparmiava mai, lottatore nato: «La descrizione (sorride ndc) è perfetta. Ho ancora negli occhi l’entusiasmo di Torino. Propiziai con un mio lancio l’azione del 2-1».
Segue la Reggina attuale?
«A sprazzi. Ho visto che ha perso il campionato per un punto, mi spiace. Mi auguro possa ritornare in Lega Pro. La proprietà ha subito diverse critiche, ma va lasciata lavorare. Nel calcio di vince e si perde e quando non si centra l’obiettivo è normale che la gente rimanga delusa. Non merita la città una categoria del genere, il club ha un blasone importante».
Qual è il suo giudizio sulla campagna acquisti?
«Positivo. Di Grazia e Blondett sono profili di alto livello, senza dimenticare i vari Barillà, Ragusa e Adejo protagonisti pure in A. Forse manca un centravanti per sopperire alla partenza di Barranco. Il solo Ferraro non basta».
La Nissa può dare fastidio alla compagine amaranto?
«Non credo. Caltanissetta non si può paragonare a Reggio Calabria. A mio parere la promozione diretta non dovrebbe sfuggire».
Ritiene si debba intervenire anche a centrocampo?
«Prenderei un trequartista in grado di servire le punte. Forse il 4-3-3 di Trocini non lo prevede. Vedremo cosa accadrà, il mercato è ancora lungo».
Se lo ricorda il gol a Perugia?
«Ovviamente. I padroni di casa stavano per andare in A e passammo al “Curi” con un contropiede chirurgico. Approfittai di un’incertezza della difesa e mi involai verso la porta superando il portiere umbro. Nell’anno della salita in A ospitammo l’Andria al Granillo. Sbloccai il risultato con una delle mie solite discese, qualche minuto dopo Corradi siglò l’uno a uno».
Non è più tornato a Reggio?
«Mi piacerebbe rivedere i vecchi amici. È una città che mi ha dato tanto, anche sotto l’aspetto umano. A Roseto ho un’attività commerciale e se riuscirò a conciliare gli impegni scenderò in Calabria, regione fantastica».

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