«Avrei preferito che Santo Versace mi chiamasse e mi dicesse: il tuo film su mio fratello alla Festa di Roma non lo voglio». Lo dice all’Ansa il regista calabrese (di Polistena) Mimmo Calopresti, che oggi presenterà al Torino Film Festival «Gianni Versace. L’imperatore dei sogni», film dedicato allo stilista calabrese, prima invitato e poi rifiutato dalla Festa del cinema di Roma.
«Credo che Santo, molto amico di Paola Malanga (direttrice artistica del festival, ndr) le abbia semplicemente detto “non voglio partecipare” e lei lo abbia accontentato», ha spiegato ieri Calopresti tornando sulla polemica. Allora la direttrice artistica del festival della Capitale per motivare l’esclusione definì il film di Calopresti «non idoneo» alla proiezione ufficiale.
Ha mai sentito Santo Versace da allora?
«No, ci siamo solo messaggiati», risponde il regista.
E chi fu avvisato dell’esclusione del film dalla Festa di Roma?
«Lo ha detto la stessa Malanga ai produttori di Quality, Mariella Li Sacchi e Amedeo Letizia».
Adesso a che punto siete?
«Stiamo cercando un accordo produttivo con i Versace, sarà difficile, ma credo che arriverà. Loro sono dentro la produzione con la Minerva Pictures e ci vuole un chiarimento per poter uscire in sala. Poi ci sono di mezzo anche i diritti per venderlo all’estero», sottolinea ancora Mimmo Calopresti.
Quanto alla presenza a Torino, «devo dire che sono molto amico di Steve Della Casa (il direttore artistico del Festival) e poi alla fine i film sono più importanti delle polemiche».
Gianni Versace. L’imperatore dei sogni» inizia a Reggio Calabria, dove un giovane Gianni Versace (Leonardo Maltese) osserva e impara il mestiere della mamma Franca (Vera Dragone) che fa la sarta, particolarmente dotata e geniale, nel loro piccolo appartamento. La sua passione per la creazione di abiti nasce già in quel periodo, in cui scopre anche la sua sessualità che non cerca di nascondere per paura del giudizio dei compaesani.
Nel 1971 Gianni si trasferisce a Milano dove inizia la sua brillante ascesa nel mondo della moda. I suoi fratelli, Santo e Donatella, lo affiancano e creano insieme a lui una delle firme più importanti della couture italiana. Uno stile originale e audace che diventa presto famoso a livello internazionale e attraversa l’oceano affermandosi anche negli Stati Uniti.
Il cuore del film è appunto il ritratto dello stilista calabrese, morto nel luglio del 1997, assassinato nella sua casa di Miami, tracciato con nitida precisione e assieme con estrema umanità da Calopresti e che nasce da un foltissimo materiale di repertorio e anche dalle testimonianze e dai racconti di parenti, amici illustri e alcune grandi star internazionali (da Valeria Bruni Tedeschi ad Elton John), che lo hanno omaggiato fino alla sua tragica scomparsa.
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