Una storia molto tenera di emancipazione e ricerca della libertà nella Calabria anni '40 e soprattutto di amicizia tra Marta (Ludovica Martino), ragazza madre, e Lorenzo (Marco Leonardi), omosessuale del paese che per vivere fa l’organizzatore di matrimoni. È "Il mio posto è qui", miglior film e miglior attrice alla Martino all’ultimo Bifest, scritto e co-diretto da Cristiano Bortone e Daniela Porto, anche autrice del romanzo (Sperling & Kupfer) da cui nasce la storia.
Protagonisti due emarginati, in maniera diversa, Marta e Lorenzo, che inevitabilmente all’indomani della fine della seconda guerra mondiale diventano amici e complici. La prima resta incinta di Michele che non tornerà mai più dal fronte e dopo un pò di tempo accetterà controvoglia la proposta di matrimonio di un contadino vedovo con due figlie. Ma durante i preparativi del matrimonio, Lorenzo le dà una possibilità di emancipazione facendole frequentare di nascosto un corso di dattilografia che la apre a un futuro migliore.
Un film, questo, che ricorda molto il campione di incassi C'è ancora domani di Paola Cortellesi. «Cortellesi ha avuto il merito di aver sdoganato questa tematica, ma sono due film diversi - spiega il co-regista e produttore Cristiano Bortone -. Il suo è un film brillante in bianco e nero, mentre il nostro ha un approfondimento maggiore e, alla fine, una vera rottura con il patriarcato». Mentre la scrittrice e co-regista Daniela Porto precisa: «Il voto alle donne fu una grande rivoluzione per il mondo femminile, ma va detto che vennero poi chiamate a votare per tornare allo status quo. Non a caso la retribuzione inferiore alle donne rendeva comunque più strategico l’uomo nel bilancio familiare». Dice infine a Roma Marco Leonardi, attore che ha lavorato con Tornatore, Ridley Scott, Argento e Rodriguez: «A unire queste due anime è sicuramente la sofferenza, quello che è accaduto ad entrambi e Lorenzo mostra un’anima nobile fino alla fine. È un ruolo che ho sempre sognato di fare, un uomo con una sensibilità molto vicina a quella delle donne. E confesso: facevo le prove davanti allo specchio e io non amo guardarmi. Comunque l’ho interpretato con tutto il rispetto che si deve a quest’uomo e oggi mi è rimasta la sua stessa voglia di dare».
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