Alleato di ferro degli Alvaro, i potenti per eccellenza di Sinopoli, Domenico Rugolino (classe 1966), che per la Dda di Reggio che l’ha indagato (e fatto arrestare) nella maxi-operazione “Iris” è «il capo locale di Catona» (che comprende anche Arghillà, Villa San Giuseppe, Rosalì e Spontone, ndr), era tra i frequentatori di prestigio del casolare di contrada Scifà, «il “quartiere generale” di quell’articolazione territoriale della ’ndrangheta» dove boss e referenti si davano appuntamento per «partecipare alle riunioni» e «discutere di dinamiche ed equilibri mafiosi».
Godeva di via libera Domenico Rugolino perchè aveva voce in capitolo negli affari da gestire o nelle relazioni spigolose da sbrogliare nella sua Catona ma anche nell’area di Villa San Giovanni, in virtù del ruolo riconosciutogli di «capo, promotore ed organizzatore della associazione, con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni delittuose da compiere, degli obiettivi da perseguire e delle attività economiche da avviare, in costante rapporto con gli appartenenti alla cosca Alvaro di Sinopoli».
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