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Riace, la Cgil di Reggio Calabria: "Non smontare un modello virtuoso"

«Siamo a fianco alla magistratura ed al contempo auspichiamo che il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, possa dimostrare ogni estraneità ai fatti contestati, oggetto dell’indagine. Ma in questa vicenda, dai tristi connotati, non possiamo tacere tutta la nostra preoccupazione, per la possibilità che si intravede all’orizzonte, di smontare e svilire un modello che umanamente e socialmente è stato indiscutibilmente virtuoso».

È quanto si afferma in un comunicato congiunto dei segretari generali della Cgil di Reggio e Gioia Tauro, Gregorio Pititto e Celeste Logiacco, Rosi Perrone (Cisl Rc Metropolitana) e Nuccio Azzarà (Uil Metropolitana).

«La nota del ministero - è detto nel comunicato - con la quale si specifica che i migranti dello Sprar di Riace si muoveranno solo su base volontaria (è il meccanismo che scatta quando un progetto Sprar deve chiudere) lascia intendere che ci sia la volontà di non salvaguardare un’esperienza che ha animato un territorio ed una comunità intera. Un piccolo borgo, a forte rischio spopolamento ha potuto riattivare mestieri, scuole e un discreto livello occupazionale, proprio grazie alle nuove energie dei migranti».

«A Riace - prosegue la nota - hanno la loro vita, e va difesa. Spostare una piccola collettività equivale a colpire l'identità di un territorio. Abbiamo sempre creduto nel progetto Riace e in ciò che esso rappresentava, al netto di nomi e proclami politici. Quest’idea di accoglienza pensiamo non debba scomparire. Se ci sono irregolarità ed errori di singoli individui è giusto che vengano verificate e punite, ma questo è un modello che funziona ed è riconosciuto da tutti; e così c'è il serio rischio che venga spazzato via».

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