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Negozio in fiamme, la reazione di Reggio: in centinaia in strada per dire no alla 'ndrangheta

Centinaia di persone, fra i quali molti giovanissimi, hanno risposto all'appello di Libera che ha promosso un sit-in contro lo strapotere ndranghetista e quale segno di solidarietà ai titolari del negozio incendiato in via del Torrione.

«L'unico commento che mi viene in mente cercando di comprendere i motivi della distruzione del mio negozio è: casco dal pero!». Così Anna Pontari, titolare del punto di vendita "bio" distrutto da un incendio doloso, dinanzi a centinaia di persone che hanno risposto all’appello di Libera radunandosi stasera sul Corso Garibaldi a Reggio Calabria per protestare contro l’ennesimo atto di intimidazione di matrice criminale.

«Ho inseguito un sogno per il quale avevo lottato lunghi anni. Avevo persino richiamato i miei figli - ha detto tra le lacrime Anna Pontari - a rientrare a Reggio Calabria, a darmi una mano e sono rientrati. Tutto è però durato solo un mese. Ma i sogni però non si inceneriscono e spero che le istituzioni comprendano il difficile momento che stiamo attraversando in questa città, come cittadini ed imprenditori. Fino a qualche giorno fa, io e i miei figli abbiamo sperato che si fosse
trattato di un corto circuito perché mai avevamo ricevuto richieste a sfondo minatorio, ma chi si è macchiato di un cosi gravissimo delitto è davvero un uomo di niente».

Alla manifestazione è intervenuto anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra. «Sono qui - ha detto - per stare vicino innanzitutto alla signora Pontari e alla cittadinanza reggina. Questa manifestazione e le persone perbene che vi partecipano così numerose, intendono raccogliere la sfida criminale. E’ davvero inaccettabile fare così tanti sacrifici e poi perdere tutto in pochissimi secondi, ma non dobbiamo neppure rassegnarci e costruire un grande fronte di solidarietà perché è in gioco la libertà di ognuno e quella di
tutti. Il Sud ha bisogno di recuperare una dignità perduta, anche per i limiti stessi della società civile, sconfiggendo calcoli di convenienza e fare le cose senza necessariamente proclamarle. In questa città le istituzioni nel recente passato non sono state infiltrate, ma sono state colluse con gli ambienti mafiosi, ed ecco perché la legalità non può essere sacrificata e rimane l’unico baluardo di difesa per i più deboli.

Da qui, abbiamo anche deciso, per conoscere meglio le aree a rischio del Paese, di far uscire la Commissione parlamentare antimafia da Roma e convocarla nei territori più segnati dalle mafie per ricostruire con i cittadini e per i cittadini quel clima di fiducia nello Stato e nelle sue funzioni. A noi - ha concluso Nicola Morra - non interessa soltanto scrivere buone leggi, ma inverarle, che non restino lettera morta e siano risposta concreta ai bisogni di chi ha più bisogno».

«La presenza di tante persone che hanno risposto all’appello di Libera - ha detto il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà - è un segno evidente che nessuno intende rassegnarsi.
E' necessario che questi momenti di sdegno non siano soltanto risposta alle intimidazioni, ma diventino un impegno costante a fianco di chiunque intraprendere e lavorare in un clima solidale
e di legalità». Alla manifestazione erano presenti anche il consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Pedà, l’ex senatore di Alleanza nazionale Renato Meduri, il presidente della Camera di Commercio Antonino Tramontana.

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