Dietro i disservizi alla linea elettrica avvenuti tra i mesi di maggio e giugno del 2016 a Locri, causati dal furto aggravato di rame-cavi di alta tensione, ci sarebbe un sistema organizzato dedito alla ricettazione del rame. È quanto è emerso nel corso dell’indagine dei carabinieri denominata “Dirty Iron”, letteralmente “ferro sporco”, su un presunto traffico di rifiuti che nei giorni scorsi ha portato ad un sequestro preventivo d’urgenza con il coinvolgimento di 36 persone fisiche e due giuridiche.
In un troncone dell’inchiesta gli inquirenti si sono concentrati sulla crescente incidenza del fenomeno criminale dei furti di rame, materiale che risulta commercializzato sul mercato nero dietro un compenso di 3 euro al kg. Le sottrazioni di rame colpiscono le società operanti nel settore dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, con forti ripercussioni di natura economica e sociale, anche in termini di sicurezza ed ordine pubblico. Per questo motivo gli investigatori hanno ritenuto di approfondire le indagini per ricostruire la filiera criminosa che, tra l’altro, ha portato al rinvenimento di oltre 32 quintali di rame occultati all’interno di un sito posto in una zona periferica di Locri, frequentato da tale M.A., come si è potuto accertare mediante l’attività di videoripresa.
Leggi l'articolo completo su Gazzetta del Sud - edizione Reggio in edicola oggi.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia