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La morte di Alessio Calipari in Madagascar, troppi punti oscuri

Alessio Calipari

A qualcuno avrebbe confidato che non vedeva l’ora che il villaggio chiudesse per poter tornare in Italia. Dove, a Milano, l’aspettava la fidanzata Azzurra. Ma dal Madagascar Alessio Calipari non è mai ripartito, deceduto sembra per annegamento all’interno del resort dell’isola di Nosy Be dove lavorava dallo scorso marzo. Una tragedia ancora per alcuni aspetti misteriosi, se è vero che anche la famiglia del ragazzo 24enne aspetta ancora di essere informata dei dettagli.

Alessio, nato in Bielorussia (Aliosha all’anagrafe del paese ex sovietico), era stato adottato sin dalla tenera età dalla famiglia Calipari, insieme ad altri due fratelli gemelli. Era cresciuto in riva allo Stretto, dove ha frequentato il liceo scientifico “Alessandro Volta”. Quindi le esperienze nei villaggi turistici come animatore, prima in Grecia (a Kos) e poi al Royal Beach Hotel. Tutto, in Madagascar, era andato alla grande.

Un rapporto d’amore bilaterale: l’isola di Nosy Be, con le sue spiagge d’incanto e la sua natura spettacolare, aveva fatto innamorare il 24enne reggino; lui, a sua volta, era ben voluto da tutti, a partire dai clienti del villaggio turistico gestito dalla società “Eden” che non hanno fatto altro che lasciare pareri entusiasti. Uno staff d’animazione affiatato e capace, che la sera del 9 gennaio stava celebrando le ultime ore insieme prima del “rompete” le righe per la chiusura della struttura nell’isola malgascia.

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