Tornano a risuonare gli echi di colpi di pistola nella Sibaritide. Dopo un periodo più meno lungo di relativa calma nel giro di sei mesi sono due omicidi, un tentato omicidio e un soggetto scomparso forse vittima di lupara bianca. Numeri che colpiscono. Un bilancio che lascia interdetti, storditi come scrive la Gazzetta del Sud in edicola, che costringe ad interrogarsi su come leggere questi avvenimenti. Fatti di sangue che narrano senza dubbio di una recrudescenza criminale in un territorio che era convinto magari di essersi lasciato alle spalle storie terribile, di sangue e di morte. Come quella del piccolo Cocò che ha soli tre anni ha pagato con una fine atroce il suo tributo infame ad una guerra di malaffare di cui neanche conosceva l’esistenza. Lo scorso mese di giugno si è assistito all’omicidio di Leonardo Portoraro a Villapiana che quasi sembra essere oggi la miccia da cui si è innescata l’escalation di atti criminali. Si arriva al dicembre scorso con il ritrovamento nel porto di Corigliano del corpo senza vita di un altro pregiudicato, Pietro Longobucco, mentre non si hanno notizie di Antonino Sanfilippo il proprietario del furgone ripescato nella acque del porto di Corigliano pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere di Longobucco. L’ultimo episodio risale a sabato scorso con il tentato omicidio di Antonio Barbieri, 26 anni, colpito alla testa da due colpi di pistola esplosi da una calibro 7,65. Nessun luogo buio o appartato. L’agguato è avvenuto quasi a ridosso del centro cittadino dell’area urbana di Rossano in un normale sabato sera a due passi da supermercati, negozi e finanche una chiesa dove poco prima si era conclusa la messa prefestiva.