Aleggia un mistero intorno alla morte di Sissy Trovato Mazza, l'agente di polizia penitenziaria di origine calabrese morta lo scorso 12 gennaio dopo un colpo di pistola in testa che l'ha tenuta in coma per due anni. L'ipotesi del suicidio viene messa in dubbio da una lettera che l'agente avrebbe scritto alla direzione del penitenziario in cui prestava servizio a Venezia, all'interno del penitenziario femminile. Nella missiva, come riporta un articolo on line del Corriere della Sera citando il Gazzettino, Sissy parlerebbe di presunti fatti gravi riferiti da alcune detenute nei confronti di colleghe della ragazza morta. "In un foglio vergato a mano e indirizzato alla direzione del penitenziario, come riporta il Gazzettino nell’edizione cartacea di giovedì, si legge sul Corriere della Sera: «La sottoscritta informa che negli ultimi giorni sono stata avvicinata da molte detenute che hanno raccontato fatti gravi che riguardano le mie colleghe. Essendo la cosa molto delicata, ho cercato di evitare di ascoltarle e ho riferito tutto subito all’ispettore»". La lettera sarebbe stata consegnata agli avvocati della famiglia dal padre, che l'avrebbe trovata in un cassetto della casa in cui viveva l'agente. Il tribunale, dal canto suo, ha assegnato gli incarichi al fine di poter verificare le tracce di Dna trovate nella pistola con cui si sarebbe sparata. L'agente fu trovato in una pozza di sangue nell'ascensore dell'ospedale di Venezia. Era lì per via di una detenuta da seguire. I funerali della ragazza si sono svolti pochi giorni fa a Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, il paese di origine di Sissy. Oggi, quel saluto, potrebbe non essere stato l'ultimo. Il sito Fanpage ha pubblicato un articolo in cui si parla di una ex detenuta che sarebbe stata a conoscenza di passaggi di droga all'interno del carcere. Il sito ipotizza che Sissy avesse scoperto questo traffico e che la morte possa essere stata un tentativo di intimidazione finito male.