La Polizia di Stato ha notificato in carcere a Tommaso Costa, di 60 anni, elemento di spicco dell'omonima cosca di 'ndrangheta di Siderno, attualmente detenuto a Viterbo, un'ordinanza di custodia cautelare perché ritenuto l'autore dell'omicidio di Vincenzo Figliomeni, alias "il brigante", avvenuto il 19 dicembre del 1988 nell'ambito della faida scoppiata tra le cosche Commisso e Costa tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90. Il provvedimento è stato emesso dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Procura guidata da Giovanni Bombardieri. Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti Antonio De Bernardo (adesso alla Dda di Catanzaro) e Giovani Calamita, Tommaso Costa, in concorso con un'altra persona, poi deceduta, ha ucciso Vincenzo Figliomeni, padre di Angelo e Cosimo, "i briganti", attualmente latitanti in Canada. Nella stessa inchiesta è indagato anche Giuseppe Curciarello, non destinatario di misura cautelare, ritenuto autore dell'omicidio di Domenico Baggetta avvenuto a Siderno il 27 dicembre 1988. Durante il periodo della faida, la 'ndrina Costa era guidata da Giuseppe Costa che successivamente ha iniziato a collaborare con la giustizia. E' stato proprio grazie alle sue dichiarazioni, utilizzate in diverse inchieste come "Crimine", "Bene Comune-Recupero" e "Morsa sugli appalti", che sono stati portati alla sbarra esponenti di spicco dei Commisso e che si è arrivati alla contestazione di omicidio formulata dai magistrati a carico di Tommaso Costa. Le dichiarazioni di Giuseppe Costa, incrociate con quelle di un altro collaboratore, Crocefisso Casalini, autista del gruppo, sono state oggetto, infatti, di approfonditi riscontri effettuati dalla Squadra Mobile, sotto le direttive della Dda di Reggio Calabria.