Beni mobili, immobili, imprese, capi di bestiame e prodotti finanziari, del valore complessivo di circa 750.000 euro, sono stati sequestrati dai Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che hanno eseguito un’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, su richiesta della Procura Generale reggina. I beni oggetto del provvedimento sarebbero riconducibili al patrimonio di Giuseppe Raso, 78 anni, di Antonimina, della moglie Maria Filippone, dei figli Antonio Raso, 31enne, attualmente detenuto, Rocco Raso, 32 anni, e Francesco Raso, di 27. Il provvedimento, secondo quanto reso noto, è stato emesso a seguito della condanna a 6 anni di reclusione per associazione mafiosa e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici di Giuseppe Raso, detto «l'avvocaticchio», tratto in arresto nell’ambito delle operazioni «Crimine» e «Saggezza». Negli ultimi anni, peraltro, come evidenziano gli inquirenti, Giuseppe Raso e la moglie Maria Filippone sono stati più volte denunciati dai militari dell’Arma in relazione ad alcuni episodi di pascolo abusivo e incontrollato di bovini fra Antonimina e Cittanova, fenomeno meglio noto come «vacche sacre», che ha avuto una particolare attenzione da parte della Prefettura e delle forze di polizia, con la creazione di una task force dedicata e lo svolgimento di continui servizi di ricerca e cattura dei bovini vaganti. Gli approfondimenti dei militari dell’Arma avrebbero evidenziato la sproporzione del valore dei beni posseduti rispetto ai redditi dichiarati ai fini delle imposte, analizzati nell’arco temporale 2000-2017, e l’insussistenza di fonti di reddito idonee a generare il patrimonio confiscato. Sono stati messi sotto sequestro un’impresa di allevamento di bovini, oltre cento capi di bestiame, un terreno, due fabbricati e numerosi rapporti bancari, titoli obbligazionari e polizze assicurative. I beni sono stati localizzati ad Antonimina, Cittanova, Locri e Siderno, nel Reggino.