Rapinarono un minimarket a Cinquefrondi nell'agosto 2018, ferendo la titolare: per questo due persone sono state arrestate e per una è scattato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le misure cautelari nei confronti dei tre accusati quindi dei reati di rapina aggravata in concorso, lesioni aggravate, simulazione di reato e favoreggiamento personale è stata eseguita dai carabinineri di Taurianova.
Gli indagati, sono: Girolamo Mario Mammone, 38enne di Rosarno, Gianluca Petullà, 38enne di Polistena, e Daniele Macrì, 32enne di Cinquefrondi. Il provvedimento cautelare conclude un’attività investigativa avviata dalla Stazione Carabinieri di Cinquefrondi a seguito di una violenta rapina a danno di un minimarket di generi alimentari commessa da due persone nell’agosto 2018, che, travisati con passamontagna, dopo aver aggredito la titolare e rubato circa 200 euro in contanti dalla cassa, erano riuscite a darsi alla fuga prima dell’intervento delle forze dell’ordine.
In particolare uno dei due, accompagnato sul posto dal complice a bordo di un motoveicolo, è entrato nel negozio all’orario di chiusura serale e, brandendo una pistola, ha minacciato la proprietaria per poi spintonarla violentemente a terra, riuscendo a prendere il denaro contante dal registratore di cassa. Subito dopo, l’uomo ha cercato di fuggire a bordo della moto condotta dal complice ma, anche a causa all’intervento del marito della donna giunto in soccorso e a sua volta percosso, i due sono caduti a terra e sono fuggiti a piedi nella campagna circostanza, abbandonando il mezzo sulla strada.
La titolare del negozio, a causa della violenza subita, ha riportato la frattura parziale del bacino, mentre il marito è rimasto illeso. Il motoveicolo rinvenuto dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova, nel frattempo intervenuti, era privo di targa e coperto da vari adesivi, al fine di rendere più difficile l’individuazione.
Dal sequestro del mezzo è iniziata un’articolata indagine, supportata anche da attività tecnica, che ha permesso di appurare – secondo la versione fornita dai Carabinieri - come Mammone, risultato poi il proprietario della moto, fosse coinvolto nella rapina, nonostante il suo tentativo di precostituirsi un alibi, attraverso vari accorgimenti come denunciare falsamente a Rosarno il furto del suo mezzo, togliere la targa, coprirlo con diversi adesivi e non portare al seguito i telefoni cellulari, il tutto con la complicità dell’amico e coetaneo Petullà.
La visione dei sistemi di videosorveglianza della zona, le perquisizioni domiciliari svolte nell’immediatezza, l’escussione di testimoni e le altre attività tecniche e di attenta analisi svolte dai Carabinieri della Stazione di Cinquefrondi, hanno consentito di ricostruire compiutamente gli eventi e gli spostamenti dei due, individuandoli quali sospetti autori materiali della rapina.
Nell’indagine è rimasto coinvolto anche Macrì: dagli accertamenti di riscontro è emerso che nel corso della serata avrebbe avvisato telefonicamente Petullà dell’intervento dei militari, cercando di concordare anche una credibile versione da fornire al fine di tutelare l’amico ed eludere le investigazioni.
L’attività di indagine svolta dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi è sfociata quindi nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Mammone e Petullà, ritenuti responsabili in concorso di rapina aggravata, lesioni personali nonché simulazione di reato, e nella misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a carico di Macrì, ritenuto responsabile di favoreggiamento personale. I due autori della rapina, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti al carcere di Reggio Calabria-Arghillà.
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