La difesa del sindaco (sospeso) di Riace, Mimmo Lucano, rappresentata dagli avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua, ha chiesto il non luogo a procedere perchè il fatto non sussiste, o in subordine per non aver commesso il fatto, nel corso dell’udienza preliminare celebrata oggi dinnanzi al gup di Locri Amelia Monteleone. Il pm della Procura di Locri, invece, ha reiterato la richiesta di rinvio a giudizio per Lucano, indagato nell’ambito dell’operazione Xenia che vede 30 imputati per reati contestati, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa con corrispondente danno patrimoniale per lo Stato per oltre 350.000 euro, abuso d’ufficio ottenendo un ingiusto vantaggio patrimoniale per oltre 2.000.000 di euro, peculato distraendo fondi pubblici per oltre 2.400.000 euro, concussione, frode in pubbliche forniture, falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La stessa richiesta di non luogo a procedere è stata avanzata dagli avvocati di Tesfahun Lemlem, compagna di Lucano. L’udienza è stata rinviata a mercoledì. Fino al 16 aprile, data di scadenza dei termini, Lucano è ancora sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora a Riace.