Un'azienda con la direzione (via Diana) da una parte e gli uffici operativi (palazzo Tibi) dall'altra, dove «il protocollo generale si trasforma in tanti protocolli personali» e «la pec non funziona perché non si compra l'antivirus» è «segnatamente impossibilita a funzionare bene». Ed in questo contesto «s'infila la malavita organizzata, quella 'ndrangheta silenziosa che si inzuppa in quest'ambiente». In più di un'ora di audizione l'ex commissario Massimo Scura ha tracciato un quadro chiarissimo ieri in commissione anti 'ndrangheta: «Sembra che all'Asp di Reggio ci sia una forza esterna e interna che preme per far saltare il sistema tutte le volte che comincia a funzionare». Tutto segnalato in procura, dal “buco nero” dei bilanci alla truffa dei doppi pagamenti, dalla gestione carente del personale agli affidamenti senza richiesta della certificazione antimafia. E tutto sfociato nello scioglimento per infiltrazioni mafiose, dopo alcuni passaggi affrontati ieri in audizione dall'ingegnere abruzzese che per anni è stato commissario in Calabria per l'attuazione del piano di rientro e per qualche mese anche “soggetto attuatore” all'Asp di Reggio. L'articolo completo nell'edizione odierna di Reggio della Gazzetta del Sud.