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Pressione delle 'ndrine sul Conasco, c'è l'interdittiva

La sede della prefettura di Reggio Calabria

L'associazione di produttori di olio del Reggino, Conasco, è stata interdetta per mafia. Lo ha deciso la Prefettura di Reggio Calabria che dopo una serie di approfondimenti ha emesso il provvedimento provocando molto scalpore tra i tantissimi consorziati della nota cooperativa che si occupa di progettazione e riconversione delle colture di olio, una delle più importanti e pregiate del territorio.

Pare che l'informativa antimafia, riporta la Gazzetta del Sud in edicola, sia scattata a seguito dell'inchiesta del dicembre scorso che avrebbe portato a galla la presenza di soggetti controindicati tra coloro che avrebbero ricevuto benefici pubblici.

«Le indagini - si leggeva nel comunicato relativo all'inchiesta giudiziaria - hanno permesso di accertare numerose anomalie, di carattere formale e sostanziale, afferenti la trattazione delle domande di accesso ai contributi ovvero la soppressione di documenti che, per legge, avrebbero dovuto essere custoditi dagli stessi incaricati di pubblico servizio».

Nei giorni scorsi si è tenuta un'assemblea informale straordinaria dei soci della cooperativa Conasco per approfondire le motivazioni del provvedimento prefettizio. I soci hanno espresso preoccupazione per gli effetti del provvedimento che mortifica l'immagine e rischia di vanificare l'attività che ha caratterizzato il Conasco negli ultimi decenni.

 

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