Che all'Asp più di qualcosa non funzionasse è ormai un dato acclarato, ora bisogna individuare le responsabilità e trovare le soluzioni per andare avanti. Il suo contributo la commissione regionale anti 'ndrangheta vuole darlo in termini di analisi. E le audizioni degli ultimi giorni hanno sollevato la cappa su tante vicende, molte delle quali già contenute nella relazione della commissione d'accesso sfociata nello scioglimento per infiltrazioni mafiose.
L'ex commissario regionale alla sanità Massimo Scura ha parlato di «forze interne ed esterne» che avrebbero lavorato perché il sistema non funzionasse. Subito dopo l'ex commissario straordinario dell'Asp (da marzo a settembre 2015), Santo Gioffrè - rimosso dall'Anac solo dopo alcuni mesi di lavoro - ha rincarato la dose: «Nel corso degli anni l'Azienda è stata usata come un bancomat, chi era furbo faceva tutto quello che voleva e lo faceva legalmente, perché la mancanza di carte e varie strategie lo permettevano».
Un atto d'accusa a tutti gli effetti, sul quale ci soffermiamo grazie alle dichiarazioni rese alla commissione presieduta dal consigliere regionale Arturo Bova da parte del dirigente che pare avesse capito, per esempio, il “sistema” delle doppie fatture capace d'ingrassare tanti, a partire dalle multinazionali del farmaco.
Leggi la versione integrale dell’articolo su Gazzetta del Sud – edizione Reggio in edicola oggi.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia