La squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato una seconda persona in relazione all’omicidio di Fortunata Fortugno, di 48 anni, uccisa il 16 marzo dello scorso anno mentre si trovava appartata in auto con Demetrio Logiudice, di 53 anni, indicato dagli inquirenti come uno dei referenti della cosca Tegano, e che era l’obiettivo dell’agguato.
Si tratta di Mario Chindemi, di 51 anni, zio di Paolo Chindemi, di 29 anni, arrestato lo scorso anno perché ritenuto l’esecutore materiale dell’agguato. Paolo Chindemi fu sottoposto a fermo il 4 luglio 2018 su disposizione della Dda di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’operazione «De bello Gallico».
Nella stessa operazione furono fermate altre tre persone, tra cui Mario Chindemi, accusati, però, non dell’omicidio, ma di associazione mafiosa e detenzione e porto in luogo pubblico di armi da fuoco, aggravati dalle modalità mafiose. Dopo il fermo, ai tre, i tecnici del Gabinetto regionale di Polizia Scientifica, prelevarono le impronte (anche palmari), per confrontarle con quella trovata sullo sportello posteriore destro dell’autovettura Volkswagen Touareg di Logiudice, a bordo della quale si trovavano le vittime al momento dell’agguato.
La comparazione delle impronte ha permesso agli investigatori di accertare che l’impronta palmare rinvenuta sull'auto appartiene alla mano sinistra di Mario Chindemi, che, quindi, era presente, assieme al nipote Paolo, al momento dell’agguato. Successivi accertamenti svolti dalla Squadra mobile sui video relativi alla sera dell’agguato hanno permesso di accertare che nell’auto Audi A3 di Paolo Chindemi era presente un’altra persona. Gli elementi raccolti hanno quindi portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare che è stata notificata a Mario Chindemi nel carcere dove è detenuto.
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