La sanità reggina è giunta al punto di non ritorno. Questo ha prodotto un commissariamento lungo un decennio. Il risultato finale è che, oggi, a Reggio è diventato un lusso finanche ammalarsi. Perché - come accaduto ieri mattina all'ospedale Morelli - si corre il rischio che un malato si rechi in una struttura pubblica e la trovi chiusa. È accaduto in Reggio Calabria il 20 giugno 2019 dell'anno del Signore: un giorno di ordinaria follia.
C'è chi si era messo in fila fin dalle 6,30 del mattino, scrive la Gazzetta del Sud in edicola. Intorno alle 8, finalmente, l'arcano veniva svelato: il Cup dell'ospedale Morelli non avrebbe aperto semplicemente perché non c'era nessuno che avrebbe potuto farlo. Sui quattro dipendenti in forza al Centro unico di prenotazione, infatti, nessuno ieri era in servizio: un dipendente era in ferie e gli altri tre in malattia.
All'annuncio, tuttavia ne seguiva un altro: i pazienti che dovevano effettuare le visite specialistiche potevano accedere direttamente ai reparti; chi doveva fare le analisi, invece, poteva tornarsene a casa o rivolgersi a qualche struttura privata.
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