"Un altro triste e amaro capitolo di una lunga saga in cui la storia è sempre la stessa e vede come vittima designata un medico della provincia di Reggio Calabria. Questa volta, i delinquenti di turno hanno colpito, con vigliaccheria, due colleghi stimati e sempre disponibili verso il paziente, Guido Zavettieri, specialista ortopedico, dipendente Asp, di Melito Porto Salvo e Saverio Cambareri, medico di medicina generale, di Gioia Tauro. In entrambi casi, i criminali hanno incendiato e distrutto le autovetture di proprietà dei due camici bianchi". Lo sottolinea in una nota l'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Reggio Calabria, che prosegue: "Si tratta di messaggi minatori di inaudita gravità che ci rammentano, ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che fare il medico, a queste latitudini, significa essere in trincea in un senso che viaggia sempre più verso la letteralità del termine. Lavorare in queste condizioni, nel compito delicato di tutelare la vita e la salute del cittadino, è, dunque, quasi impossibile. E nell’esprimere la più sincera e partecipata solidarietà e vicinanza ai colleghi Guido Zavettieri e Saverio Cambareri, ribadiamo con forza un messaggio che non ci stancheremo mai di ripetere finché non sarà debellato questo “virus”: basta violenze, basta aggressioni, minacce, intimidazioni, vessazioni nei confronti di chi opera in sanità, in prima linea ed in prima persona per salvare la vita umana". Secondo l'Ordine dei medici "la misura è colma, i professionisti reggini sono continuamente oltraggiati ed offesi nella propria dignità professionale da un sistema che non garantisce condizioni di sicurezza e continua a sovraesporre chi opera in campo sanitario. Ognuno per la sua parte si metta una mano sulla coscienza e reciti il proprio mea culpa in quanto, più e più volte, abbiamo denunciato che questo stato di cose è generato da un insieme di fattori: sovraesposizione mediatica ingiusta ed ingiustificata, querele e liti temerarie, risorse umane e mezzi assolutamente insufficienti ad assicurare risposte ai pazienti calabresi. Rafforzare il sistema sanitario reggino, siamo certi, contribuirà, non poco, a dare risposte più adeguate alla richiesta di salute dei pazienti e, conseguentemente, a rasserenare un ambiente, ormai, sottoposto, ogni giorno, ad estenuanti e palpabili tensioni". "Rammentiamo altresì- incalza l'Ordine - che ogni qual volta un collega ha denunciato siamo stati solerti ad esprimere la nostra incondizionata solidarietà e vicinanza appellandoci al Ministro della Salute, al Ministro degli Interni, al Prefetto, alla politica ed a tutte le istituzioni competenti; ma, con amarezza, constatiamo che il nostro richiamo, alla luce dei fatti, è caduto nel vuoto. Abbiamo invocato anche una maggiore collaborazione da parte dei pazienti e dei loro familiari poiché l’unica strategia vincente risiede nell’alleanza terapeutica fra medico e paziente. Ma quello che ci lascia basiti, ed al contempo, amareggiati, è constatare che quando la vittima è il medico nessuno si indigna, quando il sanitario è in torto presunto, invece, si assiste, spesso, ad un tiro al bersaglio". "L’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia di Reggio Calabria, però, in armonia con l’azione intrapresa dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari che sta analizzando questo fenomeno, non si rassegna a rimanere silente dinnanzi ad un contesto che, se da un lato colpisce direttamente i sanitari reggini e calabresi, dall’altro si riverbera su tutto quel sinallagma medico-paziente che continueremo a proteggere con tutti i mezzi a nostra disposizione, in quanto base propedeutica imprescindibile per la piena realizzazione dell’alleanza terapeutica. Auspichiamo, quindi, che questo ennesimo appello possa scuotere le istituzioni preposte, la politica a tutti i livelli, nonché la società civile, affinché, vengano posti in essere quegli interventi necessari ed urgenti volti a garantire la sicurezza di chi opera in sanità ed un livello di assistenza idoneo a rispondere alle istanze dei pazienti; tutto ciò prima che si verifichino altri e più cruenti episodi contro coloro che, ogni giorno, in Calabria, si spendono per la salute di tutti i calabresi".