Ha voluto riflettere bene il collegio presieduto dal giudice Rachele (a latere Lauria e Ciervo) per convincersi che le accuse mosse dalla Procura della Repubblica - l'inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Gaetano Paci con i sostituti Roberto Di Palma e Annamaria Frustaci - nei confronti di medici e ostetriche della Divisione del Gom di Reggio Calabria erano fondate. E dopo circa otto ore di camera di consiglio il Tribunale ha pronunciato la sentenza con cui ha condannato nove medici, ne ha assolti tre e ha dichiarato l'intervenuta prescrizione nei confronti di altri due.
L'unica ipotesi di reato che non ha retto al vaglio del Tribunale è stata l'associazione per delinquere. Per questa fattispecie i giudici hanno ritenuto che non ci fossero prove certe per potere condannare gli imputati.
Nel dettaglio il Tribunale ha condannato l'ex primario di Ginecologia e Ostetricia Pasquale Vadalà a 4 anni e 9 mesi; l'ex primario facente funzioni Alessandro Tripodi a 4 anni e 8 mesi; la pena più pesante 6 anni e 2 mesi è stato irrogata alla dott. Daniela Manuzio; 4 anni ad Antonella Musella; 4 anni e 6 mesi a Filippo Saccà; 4 anni a Massimo Sorace; 4 anni a Maria Concetta Maio; 2 anni e 3 mesi a Luigi Grasso; 3 anni a Giuseppina Strati. Assolti dalle accuse il dott. Annibale Musitano (difeso dagli avvocati Aldo Labate e Giuseppe Valentino), Mariangela Tomo (difesa dall'avv. Giovanni De Stefano) e Antonia Stilo. Dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti dai medici Marcello Tripodi e Roberto Pennisi.
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