La recinzione c'è, ma i cancelli restano aperti. L'area dell'ex Polveriera di Reggio, che in parte era stata bonificata, è di nuovo teatro dei roghi notturni. Arrivano con i mezzi pesanti, lasciano nelle sterpaglie di tutto e poi appiccano gli incendi, l'ultimo l'altro ieri sera. Un segnale che l'operazione di restyling avviata dalla sinergia di più attori istituzionali ha subito una battuta d'arresto. Da mesi ormai le operazioni di riqualificazione sono ferme. È stata avviato l'abbattimento delle baracche, ma poi neanche i materiali inerti sono stati rimossi. Anche l'abbattimento della selleria, approvato nel mese di marzo, più volte annunciato come imminente non è ancora stato concretizzato. L'operazione si è cristallizzata dal mese di ottobre. Le tre famiglie che ancora vivono ai margini dell'area del cantiere sono ancora li. Non hanno trovato di loro gradimento nessuna delle proposte del Comune, compreso il manufatto su tre piani per un totale di 400 metri quadri, preferiscono rimanere nell'area tra rifiuti ed eternit. Questo impedisce il proseguimento dei lavori. Si perchè per procedere alla bonifica prevista dal progetto occorrerebbe chiudere l'accesso all'area che intanto è tornata discarica. Una situazione diventata insostenibile per i residenti del quartiere che si sentono ostaggio di questa situazione finita nel pantano. Le speranze di tornare alla “normalità” riaccese dall'avvio delle operazioni nello scorso anno sono stata deluse. Era stato stilato un cronoprogramma per strappare l'area al degrado in cui è piombata ormai dagli anni Settanta. Ma non se ne è fatto nulla. L'operazione iniziata nell'aprile del 2018, dopo la dislocazione di 14 famiglie ha visto l'abbattimento delle baracche. Poi di nuovo tutto nel pantano, nonostante fosse stato prevista un'articolata operazione di recupero del parco e riqualificazione dell'area, finanziata con 2 milioni di euro attraverso i Patti per lo sviluppo della Città Metropolitana. Intervento frutto del lavoro di squadra attivato lo scorso anno attraverso il protocollo d'intesa sottoscritto dalla Prefettura, dall'Agenzia dei beni confiscati che ha visto anche un ruolo determinante da parte dell'Esercito che si è occupato di una parte della bonifica. Ma poi nonostante le riunioni e i progetti tutto è rimasto immutato. Neanche il piano per la messa in sicurezza dell'area rispetto alla presenza dell'eternit ha preso forma. Intanto la notte arrivano anche i mezzi pesanti a scaricare, e tra le sterpaglie si trovano ingombranti, rifiuti comuni, elettrodomestici. Proprio martedì mattina il Comune ha provveduto ripulire le strade del quartiere di Ciccarello, (oltre che del viale Europa, viale Laboccetta, di via Ipponio), area in cui insiste l'ex polveriera. Occupavano buona parte del manto stradale, tanto che in alcuni punti anche il transito veicolare diventava difficoltoso. Ma non basta. I cittadini per bene che risiedono nell'area sono preoccupati, parlano di nuovo di bomba ambientale. «È facile - denunciano - agire con svizzelo con i poveracci, qua c'è un problema di carattere ambientale. Perché nessuno viene ad affrontare la comunità rom?»